politica

Una scelta che ricadrà anche sulla riapertura delle scuole
2 minuti e 33 secondi di lettura
Referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, elezioni comunali, regionali e politiche suppletive. Sono queste le consultazioni elettorali che verranno accorpate in un unico election day che si terrà in due giorni (domenica e lunedì) dopo l'estate, secondo quanto prevede il decreto Elezioni, approvato in aula alla camera in prima lettura.

Probabilmente si tornerà alle urne nel mese di settembre: il governo è intenzionato a fissare le date del 20 e del 21 settembre (con i ballottaggi ad inizio ottobre), ma le opposizioni, in particolare Fratelli d'Italia, non sono d'accordo con le date ipotizzate e chiedono di rinviare di almeno una settimana il voto. In commissione Affari costituzionali prima e in aula poi si è discusso a lungo delle date. Le opposizioni lamentano che la scelta del 20 settembre obbligherebbe i partiti a svolgere la campagna elettorale e la raccolta delle firme per la presentazione delle liste in pieno agosto. Con difficoltà evidenti. In ogni caso, un'intesa è stata raggiunta sulla par condicio, la riduzione del numero delle firme e la modifica delle leggi regionali. Il provvedimento ora passa al vaglio del Senato.


"Votiamo il 6 settembre o votiamo il 13 ma evitiamo questo balletto assurdo. Anche se temo che ancora una volta non verrò ascoltato", ha commentato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, tornando a parlare di date per le elezioni e riapertura delle scuole dopo il lockdown dei mesi dell'emergenza Coronavirus. "Dopo 4 mesi avremmo voluto riaprire gli Istituti almeno per le ultime settimane di lezione, ma il Governo era contrario. Abbiamo aperto, elaborando come Conferenza delle Regioni delle linee guida apposite, nidi e centri estivi, per poter dare un po' di sostegno alle famiglie e un po' di svago ai bimbi", aggiunge Toti.

Il presidente ricorda che "abbiamo chiesto al governo due cose. Di elaborare le regole di sicurezza per mandare a settembre i figli a scuola. Ma dopo il plexiglas proposto da Roma, anche qui abbiamo deciso di fare da soli e abbiamo elaborato nostre linee guida per il ritorno tra i banchi, senza 'box' e senza costringere i ragazzi a tenere le mascherine per 8 ore di fila. E di votare a fine luglio, oppure la prima settimana di settembre o al massimo la seconda, per rimandare poi gli alunni in aula senza interrompere di nuovo le lezioni. Per coerenza, comodità e sicurezza, visto che per i seggi in quelle aule passeranno milioni di persone".

Il governatore ligure aveva già più volte sottolineato la posizione delle Regioni, critica nei confronti della calendarizzazione del voto per le amministrative a scuole già riaperte nel mese di settembre. "Cosa hanno deciso a Roma di fronte a queste nostre richieste? Di votare il 20 settembre o addirittura c'è chi vorrebbe il 27 e di far cominciare le scuole il 14. Ora, tra il 14 e il 20 corrono 6 giorni: due servono per votare, uno per allestire, uno per lo scrutinio, almeno uno per sanificare. Quindi dal 14 le scuole staranno aperte solo due giorni! Ma come si fa a ragionare così?" conclude Toti.