 Si assesta un durissimo colpo all'export italiano di merci che usa il cargo aereo e non la nave con lo stop ai voli passeggeri da e per la Cina, bloccati con provvedimento delle autorità sanitarie italiane, è il commento preoccupato del presidente di Spediporto Alessandro Pitto. "La tutela della salute è doverosa ed importantissima, ed ovviamente ha precedenza su tutto, ma certi provvedimenti dovrebbero essere oggetto di più profonda valutazione".
                    
                    Si assesta un durissimo colpo all'export italiano di merci che usa il cargo aereo e non la nave con lo stop ai voli passeggeri da e per la Cina, bloccati con provvedimento delle autorità sanitarie italiane, è il commento preoccupato del presidente di Spediporto Alessandro Pitto. "La tutela della salute è doverosa ed importantissima, ed ovviamente ha precedenza su tutto, ma certi provvedimenti dovrebbero essere oggetto di più profonda valutazione"."Circa il 2% delle merci viaggia via aerea su voli passeggeri, ma il valore delle merci è pari al 35% del totale. Come dire che al 35% del Pil prodotto dal trasporto aereo in esportazione sarà impedito di imbarcarsi da aeroporti italiani. La Cina in particolare vale oltre il 10% del totale delle esportazioni, l'Asia il 40%,per l'industria Italiana significa un durissimo colpo".
"Un provvedimento questo che ha, nella sostanza, due effetti devastanti", commenta Giampaolo Botta DG Spediporto: “Il primo impedisce alle merci di essere regolarmente trasportate via aerea da aeroporti italiani, noi siamo l'unico Paese a farlo nel resto d'Europa il trasporto cargo è stato addirittura potenziato, il secondo che si obbligano le aziende italiane ad utilizzare Hub aeroportuali stranieri e compagnie straniere che hanno subito alzato le loro tariffe, con aumenti anche del 400%. Fino a ieri trasportare un kilo di merce via aerea costava mediamente 0.9euro/kg oggi costa 4 euro/kg".
Il danno che sarà recato al settore non solo comprometterà la crescita, ormai costante del settore, ma metterà a rischio investimenti ed occupazione, secondo Pitto. Ad essere interessati dal provvedimento di interdizione oltre a quelli cinesi sono anche gli aeroporti di Macao, Hong Kong e Taipei vale a dire i principali Hub aeroportuali dopo quelli cinesi.
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