politica

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"Da giorni stiamo assistendo alla fiera dell'ipocrisia e dell'immobilismo. Abbiamo sempre combattuto contro uno Stato debole con i forti e forte con i deboli. È facile prendersela con chi non puo' rispondere, e' piu' difficile quando devi combattere un colosso, un sistema. Il coraggio si misura da questo, dall'avversario che scegli di combattere quando ritieni che sia giusto farlo. È la scelta tra la verita' e la propaganda".

Lo scrive su Facebook il vicepremier Luigi Di Maio, che aggiunge: "Il MoVimento 5 Stelle e' sempre stato per la verita'. Ora sindacati e grandi organizzazioni di industriali gridano allo scandalo. Non gridarono allo scandalo dopo la tragedia del Ponte Morandi e nessuno di loro ha gridato allo scandalo nemmeno dopo ieri, quando l'esperto di esplosivi ha ammesso che gia' nel 2003 Autostrade gli chiese di demolire il ponte, ma poi non se ne fece piu' nulla per via dei costi. È bene allora che i Benetton chiariscano anche questo passaggio, nel dettaglio".

Poi: "Ad ogni modo dopo le ultime 48 ore possiamo dire di aver capito una cosa: se crolla un titolo in borsa (e non e' nemmeno questo il caso) l'apparato reagisce, si allarma, guai se perdono qualche centesimo di euro; se invece crolla un ponte e muoiono piu' di 40 persone innocenti, nostri amici o familiari, il sistema se ne fa una ragione. Anzi, a volte la vede persino come un'opportunita'.

"E no, cosi' non funziona. Qui con questo governo abbiamo scelto di dire le cose come stanno. Per me la vita ha un valore, un valore sacro! E ce l'ha anche la verita'! Bisogna dire sempre le cose come stanno e non mi si parli di lavoro, perche' il lavoro non c'entra nulla. Su Alitalia stiamo infatti dando il massimo per riparare i disastri dell'ultimo governo Berlusconi-Lega nel 2008, quando portarono la compagnia al collasso. Vogliamoci bene, ma diciamoci anche le cose come stanno. Lo ripeto: la verita', non la propaganda!".

Infine Di Maio afferma: "Lotteremo fino alla fine per dare giustizia alle famiglie distrutte dalla tragedia del Ponte Morandi. Se vieni pagato e fai profitto per gestire un'infrastruttura dello Stato e non lo fai, ci sono delle conseguenze. Che in questo caso si chiamano revoca della concessione! L'Italia e' il nostro Paese, non ci facciamo dettare la linea dalle multinazionali!"