cronaca

Le lacrime del vicesindaco, l'affetto della gente comune in fila per l'ultimo saluto. Domani i funerali
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Chiavari è una città ferita, Chiavari austera e  benestante che non ama mostrare i suoi sentimenti ora fatica a trattenere le lacrime per la morte del suo sindaco, Marco Di Capua, stroncato lunedì a soli 50 anni da un malore nella sua casa mentre si apprestava ad andare in vacanza con la sua bellissima famiglia, i due figli, due gemellini di sette anni, e la moglie Michela.

L'amore di Chiavari per Di Capua è nelle parole dei cittadini che composti fanno la fila da giorni con la mascherina, qualcuno con un fiore in mano, per attendere il proprio turno per l'ultimo saluto al sindaco nella camera ardente allestita nell'atrio di Palazzo Bianco, la casa del Comune in piazza Nostra Signora dell'Orto.

Gente comune e politici che si confondono e diventano la stessa cosa: cittadini, persone che osservano la bara aperta e accarezzano con lo sguardo Michela, la vedova del sindaco che abbraccia tutti e sembra faticare a prendere coscienza di quanto è accaduto, e sta lì sempre, come a presidiare, a non lasciare il suo Marco neppure un minuto.

Fra tante voci raccolte davanti a Palazzo Bianco listato a lutto colpisce quella di Silvia Stanig, giovane assessore quasi per caso che lo stesso Di Capua aveva scelto come vice sindaco, sorprendendo lei stessa: "Marco mi ha fatto sentire importante e aveva grande fiducia in me, forse più di quanto io stesso pensavo di meritarne" racconta con le lacrime agli occhi la donna che ora sembra sentire il peso e la responsabilità della carica di sindaco facente funzioni in attesa delle prossime elezioni, già fissate per la primavera 2022. "Io ci sarò, ora ci devo essere".

I cittadini in fila davanti alla camera ardente ma anche quelli seduti ai tavolini dei bar del carruggio, o fra le bancarelle piene di frutta di piazza Mazzini usano le stesse parole per raccontare chi era il loro sindaco: "Una brava persona e un sindaco buono e anomalo perchè disponibile con tutti, un sindaco che non sembrava un sindaco" come a ribadire che la politica può anche avvicinare la gente alle istituzioni, come ha insegnato Di Capua nei tre soli anni da sindaco, eletto a sorpresa nel 2017 sconfiggendo a sorpresa nel ballottaggio il superfavorito primo cittadino uscente Roberto Levaggi.

A Palazzo Bianco da giorni staziona anche il sindaco di Lavagna, Gian Alberto Mangiante, incredulo, anche lui neofita della politica, che ricorda i progetti comuni con Di Capua, i tanti sogni: "Vedevamo la politica allo stesso modo. Ho appreso della tragedia durante un consiglio comunale, non ci volevo credere, abbiamo subito fatto un minuto di raccoglimento, poi sono andato nell'unico posto dove avevo voglia di andare in quel momento: al pronto soccorso di Lavagna per stare vicino a Marco".

Antonio Segalerba, presidente del consiglio comunale di Chiavari,
per Di Capua è stato più che un collega ed è stato anche l'ultimo amministratore a vedere il sindaco: "Eravamo sempre insieme. Anche lunedì avevamo pranzato insiene e poi ci eravamo salutati perchè lui il giorno dopo doveva partire per le vacanze, e invece ho ricevuto quella telefonata che mai avrei pensato di ricevere".

La frase più bella però la dice uno dei cittadini in fila con la mascherina per entrare nella camera ardente: "E' stato il miglior sindaco di Chiavari e mai ne avremo un altro come lui".

L'ultimo addio a Marco Di Capua è fissato per domani, 26 agosto, alle 10.30 nella cattedrale Nostra Signora dell'Orto di Chiavari, proprio davanti alla casa del Comune.

Michela, la vedova del sindaco, ha ringraziato i chiavaresi per la vicinanza
e in vista del funerale ha chiesto di "non inviare fiori ma sostenere con offerte due associazioni a cui Marco teneva tantissimo, l’Associazione Amatori Palio del Tigullio e il Comitato Assistenza Malati del Tigullio".

Ad officiare il funerale sarà il vescovo Giampio Davasini alla presenza del vescovo emerito Alberto Tanasini. "Marco era il mio sindaco - ha riferito a Primocanale una donna apprestandosi a entrare nella cattedrale - io lo incontravo sempre qui, in chiesa".