cronaca

Il procuratore capo di Genova fa il punto sulla situazione
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Sul caso della galleria Bertè sulla A26, "una cosa da verificare è se e con quali procedure, con quali criteri siano state condotte le ispezioni periodiche, che non devono essere superiori a sei anni in queste gallerie, per appurare che fossero in condizioni di sicurezza". Lo dice il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi, con riferimento alle direttive europee e al decreto di attuazione del 2005.


Cozzi a margine di un evento a Palazzo Ducale ha risposto così all'Agi in riferimento al distacco, avvenuto lo scorso 30 dicembre, di un'ondulina e parte dell'intonaco a essa collegata, nella galleria dell'autostrada A26. Da allora sul fronte gallerie delle autostrade italiane, si è scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora. "Il dato di fatto - spiega ancora Cozzi - è che ci sono state precise direttive, da parte degli organismi europei, che hanno anche avuto attuazione da parte dello Stato italiano sin dal 2005, che ha individuato le figure e le procedure che dovevano essere seguite per dare sicurezza nella prevenzione e nella gestione delle gallerie, anche fissando scadenze temporali e sanzioni in caso di inosservanza".


Il procuratore sottolinea che le risposte sullo stato di salute di queste gallerie non può essere delegata alla magistratura: "Non possiamo verificare noi se vi sia stata attuazione delle direttive europee: noi - spiega - ce ne occupiamo nella misura in cui si verifichino fatti specifici, di competenza del nostro territorio. Chiaro che se si verificano fatti che configurano ipotesi di reato e che, in qualche modo, sono riconducibili ad inosservanze o non attuazioni di queste direttive, valuteremo il da farsi". Quanto alla stima secondo cui circa 200 gallerie italiane non sarebbero a norma, che quindi non risponderebbero ai criteri imposti dalla direttiva europea e poi traslate nel decreto attuativo, è vero che non viene chiamato in causa il rischio staticità': "E' vero che la direttiva e il decreto non si occupano della staticita', come dice anche Autostrade per l'Italia", dice Cozzi.

"Il problema della staticita' di fatto precede ed e' a monte delle altre condizioni richieste specificamente dalla direttiva del 2004. E' qualcosa di immanente rispetto alla direttiva: prima di occuparci di illuminazione, delle vie di fuga, dei materiali ignifughi, e' chiaro che bisogna verificare che le strutture siano in condizioni di stabilità e staticità sicure. Lì - conclude il procuratore capo di Genova - non è un problema di adeguamento a normative di sicurezza più avanzate, è un problema di normativa di sicurezza base".