cronaca

Il comitato lavora per il riconoscimento a vittime di una strage
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"Sono andata vicino alla foto dei miei cari e li ho baciati” così Egle Possetti, presidente del comitato ricordo vittime crollo ponte Morandi, ricorda con voce rotta dall’emozione il momento nel quale ha saputo dell’arresto di Giovanni Castellucci, amministratore delegato della società Autostrade fino a gennaio 2019, e altri 5 dirigenti nell’ambito di un’inchiesta parallela a quella del crollo e relativa alle operazioni di sostituzione delle barriere fonoassorbenti ritenute a rischio distacco su tutta la rete autostradale italiana. 

 
“La notizia degli arresti – racconta Possetti a Primocanale – mi ha dato una scarica di adrenalina, tante tensioni accumulate in questi mesi e il cuore mi si è riscaldato un po’, ho ancora più energia per combattere per i nostri cari”.
 
Le intercettazioni emerse per Egle Possetti non sono una sorpresa: “Uno scenario di questo tipo era assolutamente immaginabile – spiega - nel senso che vedendo anche le fotografie dei reperti del ponte dopo che è avvenuta la tragedia, vedendo questi cavi, il loro stato di conservazione dal nostro punto di vista era impossibile che in qualche modo la questione non fosse nota, certamente queste intercettazioni, che non sono diciamo direttamente connesse alla nostra vicenda per quest'altra inchiesta parallela, però chiaramente saranno molto importanti anche rispetto al nostro procedimento e insomma fanno capire che la questione era nota speriamo che poi tutto questo emerga in modo molto forte anche nell'indagine che si sta facendo per il nostro processo”.

 
Di fronte al messaggio “i cavi del Morandi sono corrosi” che il 25 luglio 2018 Michele Donferri Mitelli, ex dirigente Aspi, scrive neanche un mese prima del crollo Egle Possetti che nel crollo perse una sorella, il cognato e due nipoti non trova le parole: “E’ molto difficile pensare che un mese prima, ma credo non soltanto un mese prima, - spiega -  tutto questo potesse essere evitato, certamente fa emergere anche tanta rabbia e tanta rabbia per quale disprezzo ci sia per la vita umana. Io non credo che queste persone che hanno scritto queste frasi passassero su questo ponte o facessero passare i loro familiari e questa cosa è veramente avvilente e io spero che queste persone e tutti i responsabili possano pagare le loro colpe in modo estremamente rigido perché non possiamo accettare una cosa di questo tipo, non ho neanche parole per definire queste persone, questi esseri e tutto quello che ci stava intorno perché comunque io credo che possa anche esserci stato qualcuno che gli ha detto che anche se corrosi questo ponte poteva stare su”.

 
“Oltre al guadagno – prosegue - pensare che negli anni lo Stato centrale non ha mai verificato che nei bilanci gli importi della manutenzione non erano corrispondenti a quello che sarebbe stato previsto è una cosa sconvolgente, abbiamo scoperto il vaso di Pandora peccato che questo vaso si sia aperto con 43 morti all'interno”.
 
 
Per i parenti aspettare giustizia è l’obiettivo primario e in questo senso il comitato sta lavorando per vedere i 43 morti  riconosciuti come vittime di strage: “Noi stiamo preparando con una consulenza un documento da presentare tramite la prefettura al governo e al Presidente della Repubblica affinché i nostri cari vengano riconosciuti vittime di una strage e poi nell'articolato definiremo meglio tutta la situazione affinché loro abbiano questo status e affinché questo riconoscimento valga come monito affinché in futuro non possano più a venire strage di questo tipo non siamo di fronte alla prima vorremmo che fosse l’ultima”.
 
 
Sul tema delle concessioni nessun dubbio ma ancora una volta una richiesta di coraggio e intervento chiaro e netto. “Dopo una strage di questo tipo e poi tanto più dopo le intercettazioni emerse – conclude - io come cittadina penso che non sarò mai più fiduciosa in questa società, secondo me deve essere fatto un drastico taglio della situazione e dobbiamo avere la certezza di poter viaggiare tranquilli. Io ogni volta che passo su un ponte incrocio le dita e schiaccio l'acceleratore non è un modo di poter viaggiare come cittadini è allucinante. Sulla concessione spero che siano fatti dei passi importanti e con un po' di coraggio, sappiamo bene tutto quello che c'è dietro le grandi difficoltà che ci sono sicuramente anche politiche perché all'interno del governo probabilmente non sono tutti allineati sulle scelte da fare però è importante dare un segnale forte”.