cronaca

Al via la gara, cantieri in primavera e fine lavori entro il 2023
3 minuti e 0 secondi di lettura
Il bando per realizzare lo scolmatore del Bisagno, a Genova, è finalmente pubblicato. Si avvicina, dunque, l'apertura dei cantieri per scavare la galleria sotterranea che rappresenterà una fondamentale opera per la messa in sicurezza idraulica del capoluogo ligure. L'ultimo tassello del pacchetto di interventi strutturali previsti per raggiungere un adeguato livello di mitigazione del rischio idraulico nelle aree limitrofe al torrente, nel corso degli anni duramente colpite da diversi eventi alluvionali che hanno causato la perdita di numerose vite umane, oltre a centinaia di milioni di euro di danni.

"L'obiettivo è di aprire il cantiere in primavera", commenta il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. "Siamo al fischio d'inizio di un'opera di cui si parla da circa 50 anni, dalla tragica alluvione di Genova del 1970, attesa da generazioni e che avrà un impatto enorme sulla sicurezza dei cittadini. È un'altra promessa mantenuta, sul fronte forse piu' importante, quello della riduzione del rischio idrogeologico". Confermate tutte le anticipazioni riportate quest'estate dall'agenzia Dire.

Si tratterà di un appalto unico da 204,4 milioni, per una galleria lunga 6,6 chilometri, con 9,8 metri di diametro e una portata di 450 metri cubi di acqua al secondo. Partira' dagli impianti sportivi della Sciorba, in Val Bisagno, e sfocerà a fianco allo scolmatore del Fereggiano, in corso Italia. Il cantiere sarà completamente sotterraneo e tra i criteri per l'assegnazione dell'appalto verrà dato particolare valore alla qualità dello scavo, alla riduzione dell'impatto per la città, ai tempi di realizzazione dell'opera e al recupero dei materiali da scavo.

Assieme ai lavori della nuova copertura dello stesso Bisagno, che si completerà a fine 2020, verrà assicurato il deflusso complessivo di 1.300 metri cubi d'acqua al secondo che, in base ai modelli statistici, sono in grado di rispondere alla piena duecentennale del torrente. La progettazione esecutiva dell'opera è stata affidata nell'agosto 2017 al raggruppamento temporaneo di impresa capitanato da Rocksoil, dell'ex ministro Pietro Lunardi, per poco meno di 3,8 milioni, compresa l'opzione per la direzione lavori.

"Il nostro impegno è stato costante fin dal primo giorno, sia sui cosiddetti rivi e fronti minori che su opere di ampio respiro come questa, destinata a cambiare davvero il volto della città e della regione, assieme ai lavori di copertura dello stesso Bisagno e allo scolmatore del Fereggiano, che procedono spediti, si garantisce che, in caso di piogge eccezionali, gran parte dell'acqua verrà scaricata direttamente in mare attraverso la nuova galleria, e la restante potrà defluire nell'alveo che è in corso di adeguamento. Una svolta epocale", ha proseguito Toti.

Grande soddisfazione anche per il sindaco Marco Bucci. "Si tratta di un'opera di importanza vitale per la città per evitare che si ripetano situazioni di enorme criticità come quelle che abbiamo patito anche in un recente passato. Investire sulla sicurezza, sulla tutela dell'ambiente e sulla riduzione del rischio idrogeologico significa salvare vite umane, opere pubbliche, attività di privati. Prezzi che Genova non vuole più dover pagare e che grazie a quest'opera fondamentale faranno parte del passato".

L'obiettivo è concludere i lavori nell'estate 2023. La centrale di committenza sarà Invitalia. "Se non ci fosse stata la tragedia del ponte Morandi staremo parlando dell'opera in assoluto più importante per Genova. Con questa, la città diventerà sicura al 90%. Il restante 10%, come avviene in tutto il mondo, sarà gestito come azioni di protezione civile", ha precisato l'assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedrone. Si prevede che gli scavi producano almeno 800mila metri cubi di detriti che, in parte, potranno essere riutilizzati per il ripascimento delle spiagge genovesi.