politica

Movimento nato in modo spontaneo sui social network
4 minuti e 20 secondi di lettura
Manifestazione con centinaia di genovesi uniti dall'hashtag #Orabasta. Un incontro nato in modo spontaneo sul web 48 ore dopo l'alluvione di Genova. Forse, la prima reazione di protesta per la città che ha origine attraverso twitter e i social network grazie a  "persone che non si erano mai conosciute e hanno detto Ora Basta".

La voce del gruppo è quella di Antonio Savà. "Non siamo un movimento di protesta ma di proposta. E lottiamo soprattutto contro lo scaricabarile che la politica continua a fare. Chiediamo cose concrete per chi ha perso tutto durante l'alluvione, proposte come un mutuo a tasso agevolato, finanziamenti certi e lo sblocco di fondi per aiutare i commercianti colpiti a ripartire".

In piazza De Ferrari a Genova non si vedono bandiere né colori di partiti. La bandiera di Genova e il tricolore nazionale sono gli unici vessilli presenti. "Non vogliamo che la politica entri nella nostra protesta. Ma attenzione, la nostra è una manifestazione politica nel senso che sono i cittadini che scendono in piazza e fanno sentire la loro voce". 

Sulle responsabilità Savà e i partecipanti a #orabasta non hanno dubbi. "Chiediamo le dimissioni dei vertici regionali e comunali. Non sono loro i padroni della Liguria, gli abbiamo dato un mandato e ce lo riprendiamo. Hanno delle responsabilità oggettive. Non si possono dare 40mila euro di premio ai dirigenti competenti e due giorni dopo arriva l'alluvione. Burlando stesso per noi è corresponsabile di quanto accaduto". La manifestazione si svolge nella zona tra piazza De Ferrari, sede di regione Liguria, e Palazzo Tursi, sede del municipio. Trav le richieste, il colloquio di una delegazione col sindaco Doria.

Presenti tra la folla anche i cantanti Francesco Baccini e Cristiano De Andrè. Davanti all'ingresso di Palazzo Tursi si sono alternate le voci al megafono. Tra gli interventi più applauditi dalle centinaia di partecipanti la richiesta di dimissioni dei vertici Arpal e dell'assessore regionale alla Protezione Civile Raffaella Paita. La polizia in assetto anti sommossa ha posto delle barriere a protezione dell'ingresso del Municipio. 


UOVA, BOTTIGLETTE DI PLASTICA E ALTRI OGGETTI CONTRO TURSI - Lancio di uova, monetine, bottigliette di plastica e altri oggetti, verso il palazzo comunale di Genova da parte dei manifestanti che chiedono le dimissioni della giunta regionale comunale e dei vertici di Arpal. E' avvenuto quando i cittadini che stanno protestando davanti all'edificio blindato hanno visto affacciarsi un dipendente comunale. Una delegazione di manifestanti composta anche dai cantanti Francesco Baccini e Cristiano De Andrè sarà ricevuta più tardi dal sindaco Marco Doria, ora impegnato in una seduta del consiglio comunale.

L'INCONTRO CON MARCO DORIA - Il sindaco di Genova Marco Doria ha incontrato una delegazione di manifestanti del comitato #OraBasta, che manifesta davanti a Palazzo Tursi chiedendo le sue dimissioni a seguito dell'alluvione. A breve il sindaco incontrerà anche Cristiano De Andrè e Francesco Baccini, che hanno partecipato alla protesta e ora siedono sugli spalti del consiglio comunale ascoltando l'intervento del sindaco.

Il sindaco Doria ha aperto i lavori del consiglio comunale annunciando che "la giunta oggi ha assunto la decisione di arrivare, dopo la sospensione, alla riduzione o al completo azzeramento dei tributi comunali per tutti i cittadini danneggiati dall'alluvione". "Non possiamo cancellare le imposte nazionali, - ha detto - ma possiamo creare un fondo per coprire le tasse fino al loro azzeramento. Lo stanziamento iniziale del fondo sarà di 2 milioni di euro".

"La cosa peggiore è non potersi confrontare con i cittadini e in consiglio - ha sottolineato - Mi sto confrontando con i manifestanti e voglio continuare a farlo, ragione per cui sono arrivato in ritardo in aula, ho detto loro che tra 10 giorni ci si rincontra per fare il punto su tutti i temi che hanno sollevato.

L'INTERVENTO DE ANDRE' e BACCINI - "Non posso che abbracciare tutti i ragazzi, gli angeli del fango, che hanno spalato senza che nessun politico li aiutasse". Lo ha detto Cristiano De Andrè in piazza insieme al comitato #OraBasta. "Ci sono 38 milioni per il rifacimento del secondo lotto della copertura del Bisagno bloccati da anni. Burlando e Doria potevano far partire i lavori e non lo hanno fatto perché temevano di dover risarcire le imprese ricorrenti dopo aver perso la gara d'appalto: la colpa non è del Tar, ma della politica.

E Baccini denuncia il "Comune chiuso ai cittadini". "E' un fatto preoccupante per uno di sinistra come me. Se io nel mio lavoro sbaglio, pago, perché certa politica continua a sbagliare e continua a far finta di niente. Oggi in piazza ci sarebbero dovute essere 50 mila persone, la gente si sveglierà quando gli cadrà il soffitto in testa. Dopo l'alluvione del 2011 i lavori dovevano partire subito, mi rendo conto che gli scavi sotterranei non portano voti perché non si vedono, ma la soluzione non è fare parcheggi o centri commerciali. La responsabilità della catastrofe è della classe politica che ha governato negli ultimi 30 anni. Se piove per 12 ore, Genova diventa Venezia, non è possibile".