Cultura e spettacolo

Il film presentato fuori concorso in occasione della consegna del Leone d'oro alla carriera per la regista
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VENEZIA - La filmografia di Liliana Cavani è ricca di esseri umani psicologicamente in difficoltà, dal distopico ‘I cannibali’ all'ossessione sessuale tra un ufficiale delle SS e la sua vittima nel ‘Portiere di notte’ fino alle donne napoletane de ‘La pelle’. Ne 'L'ordine del tempo’, proiettato a Venezia in occasione della consegna del Leone d’oro alla novantenne regista, ci si concentra su un gruppo di amici che in una villa al mare festeggiano il compleanno di una di loro prendendo spunto dall’omonimo libro del fisico Carlo Rovelli che spiega nozioni riguardanti il ​​flusso del tempo attraverso teorie opposte, da Aristotele e Newton ad Einstein, suggerendo che non esiste un unico "adesso" ma piuttosto una moltitudine.

Elsa (Claudia Gerini) sta per compiere cinquant'anni e come consuetudine ha invitato gli amici più cari a festeggiare nella sua casa sulla spiaggia. Il marito Pietro (Alessandro Gassmann) ha costretto il loro riluttante amico Enrico (Edoardo Leo) a partecipare perché è presente anche l'amore non così segreto della sua vita, Paola (Kseniya Rappaport), che comunque ha accanto a sé il vecchio e noioso marito. Poi anche una manciata di altri ospiti ma è proprio Enrico, specialista nel calcolo delle distorsioni temporali, a rivelare loro notizie segrete che riguardano un enorme asteroide chiamato Anaconda che ha serie probabilità di schiantarsi sulla terra condannando gli esseri umani alla fine che fecero i dinosauri sessantasei milioni di anni fa.

Dunque, cosa significa il tempo quando siamo a un passo da non averne più, consumati dalla possibilità di morire? Questo è il pantano in cui si infila il film della Cavani dove qualsiasi argomento intrinsecamente promettente sui meriti di drammatizzare o minimizzare la possibilità di una catastrofe imminente, o su come la paura della morte possa ricalibrare le priorità della vita e migliorare una nuova prospettiva su ciò che è veramente importante, viene silurato da luoghi comuni banali e dialoghi scricchiolanti mettendo in luce in maniera non particolarmente approfondita i vari problemi relazionali di ogni coppia, mostrando quanto sia ridicolo negare a noi stessi la vita che preferiremmo condurre a causa degli obblighi sociali cui dobbiamo sottostare: l'Elsa di Claudia Gerini confessa l’amore avuto fin da ragazza per la sua migliore amica del liceo, presente nel gruppo; una coppia soffre di ninfomania e pulsioni omosessuali latenti mai approfondite mentre Enrico e Paola continuano a vivere il loro non-rapporto sempre sul ‘chi va là’.

Vien da chiedersi come sarebbe potuta essere l'energia de ‘L'Ordine del Tempo’ se Cavani si fosse spinta verso qualcosa di più drammatico come il disfacimento delle coppie che Polanski attua in ‘Carnage’ ma qui tutto si consuma all’interno di un banale melodramma a lieto fine. Così l'insieme vacuo, autoreferenziale e pretenzioso del film finisce per non valere né il tempo dei protagonisti né tanto meno il nostro. E alla fine sotto sotto finisci quasi per tifare per l’asteroide augurandoti che ponga fine il più presto possibile alle banali riflessioni di una serie di personaggi che sembrano cartonati in grado di esprimere soltanto emozioni finte e ipocrite.