GENOVA - Torna a Genova la grande tragedia di Eschilo: dal 14 al 25 marzo in scena al Teatro Nazionale di Genova si avrà l'opportunità di vedere a teatro tutta l'Orestea. In due puntate, Agamennone prima e Coefore/Eumenidi dopo, o in una vera e propria maratona come si usava nell'antica Grecia con quattro ore di spettacolo domenica 19 marzo alle ore 16 e sabato 25 marzo sempre alle ore 16.
"Capita a tutti - e mi ci metto anche io - di stare sul divano a vedere a volte un'intera stagione in tre giorni di una serie televisiva. Questa è la più grande, straordinaria serie televisiva dell'antichità e la più grande saga che ci porta ad analizzare il nostro rapporto con la giustizia, il nostro rapporto con il perdono, il nostro rapporto con il senso di comunità"
Il cast è d'eccezione e la regia di Davide Livermore renderà come sempre anche questo allestimento più attuale, con costumi e atmosfere che oscillano tra gli anni Trenta e Quaranta, pur mantenendo intatta la natura di un testo immortale e sempre contemporaneo. "Questo è un testo fondamentale per la nostra comunità, per la nostra civiltà. 2500 anni fa è stato creato ed è stato sancito un tribunale degli uomini per giudicare i misfatti e gli atti orrendi. Si è dato voce e dato forma a un'idea di giustizia celeste qui in terra, con una giustizia terrena che sarà sempre deludente. Ma probabilmente nel nostro tendere verso questa giustizia celeste facciamo il nostro dovere di esseri umani. Questo è un testo fondamentale per educarsi. È un testo fondamentale per comprendere la straordinarietà del teatro nella società", commenta il regista oltre che direttore del Teatro Nazionale di Genova.
Nei ruoli principali spiccano le presenze di Laura Marinoni, Sax Nicosia, Giuseppe Sartori, Gaia Aprea, Anna Della Rosa, Stefano Santospago, Olivia Manescalchi, Giancarlo Judica Cordiglia, Linda Gennari e Maria Grazia Solano. Lo spettacolo, frutto di una collaborazione con l’INDA – Istituto Nazionale del Dramma Antico, dopo il debutto nel 2021 e nel 2022 al Teatro Greco di Siracusa, è un'occasione più unica che rara che permetterà al pubblico di immergersi in una esperienza unica.
"Ci troveremo davanti oltre 50 metri quadri di ledwall, ci troveremo un impianto di amplificazione degno dell'antichità. La tragedia non è prosa, ma è l'opera d'arte globale e la messa insieme nella dizione di tutte le arti, nella simultaneità e già all'epoca amplificazione avevano il massimo della tecnologia possibile. Noi faremo uso di tutta la tecnologia visiva, sonora e attoriale per poter rendere merito al più grande di tutti e alla saga più straordinaria che si può vedere a teatro"
Scritta nel 458 a.C. l’Orestea parla di giustizia e vendetta, maschile e femminile, polis e sfaldamento della società. Agamennone torna ad Argo vittorioso dalla guerra di Troia: è un re che ha un mantello di sangue dietro di sé, a iniziare dal sacrificio della figlia Ifigenia. Assetata di vendetta, la moglie Clitemnestra, con la complicità del suo amante Egisto, lo uccide. Dopo dieci anni, il figlio Oreste, spinto dal dio Apollo a vendicare la morte del padre, commetterà il terribile matricidio che scatenerà l’ira delle Erinni. Solo l’intervento della dea Atena, che istituisce il primo processo della storia, interromperà la catena di sangue e le temibili Erinni si trasformeranno nelle benevole Eumenidi.
IL COMMENTO
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