Torna una delle grandi signore del teatro. Mancava dai palcoscenici genovesi da più di 10 anni, Andrea Jonasson, musa e moglie di Giorgio Strehler, che negli anni Ottanta per qualche stagione fu anche la primadonna del nostro Teatro Stabile (così come si chiamava allora) interpretando tra gli altri il ruolo della Suzanna Andler di Marguerite Duras in uno spettacolo a firma di Marco Sciaccaluga.
Da domani fino a domenica 5 vestirà al Teatro Ivo Chiesa i panni della tormentata protagonista di 'Spettri', uno dei capolavori di Henrik Ibsen, che l'autore norvegese dovette far debuttare a Chicago perché in patria lo consideravano un testo troppo scabroso, dove gli elementi della tragedia greca si confondono con quelli del dramma borghese. Un classico di fine Ottocento nel quale si mescolano follia, colpe irrisolte, incesto e terribili verità dopo anni di menzogne. Protagonista è Elena che maschera al mondo e soprattutto al figlio malato Osvaldo le dissolutezze del marito, il tenente Alving, da lei sposato senza amore. Un castello di bugie che regge fino a quando Osvaldo non si innamora della cameriera Regina, cosa che la costringe a rivelargli come la giovane sia in realtà la sorellastra, anche lei figlia di Alving, e che la malattia che lo mina e lo porterà alla demenza è la sifilide trasmessagli dal padre.
Lo spettacolo, tradotto e adattato dal genovese Fausto Paravidino, è diretto dal regista lituano Rimas Tuminas che lo ha immerso all'interno di uno spazio onirico dove personaggi reali e fantasmi si fondono come in un sogno: “La verità è la cosa più difficile da rivelare – dice - e qui è ben rappresentato non solo il disvelamento di segreti familiari, ma anche l’esternazione dei “fantasmi” che si nascondono e vivono dentro tutti noi. Gli “spettri” sono illusioni che le persone costruiscono a partire dalle proprie debolezze, sono le menzogne che adottiamo e che trasmettiamo ai nostri figli. Questo spettacolo è una storia di liberazione dai “fantasmi” che ci inseguono”.
IL COMMENTO
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