E' la domanda che inevitabilmente ci si pone all'inizio di ogni Festival: come sarà? Domanda che, altrettanto inevitabilmente, al momento non può avere risposta. Perché un programma è ingiudicabile dai nomi che lo compongono. Certo, qui a Venezia ci sono registi importanti dai quali è lecito attendersi qualcosa di buono ma che potrebbero invece – prendendo a prestito una metafora calcistica – non essere al meglio della loro forma, così come piuttosto potrebbero arrivare piacevoli sorprese da nomi emergenti o meno noti. Ma al di là di quella che sarà la qualità generale di questa Mostra, la domanda più importante è un'altra, e cioè se il cinema è finalmente riuscito ad uscire da quell'impasse cui lo ha costretto la pandemia. Finora si è mosso lentamente, sensazione confermata a maggio anche da Cannes, e quello che gli appassionati si attendono dal Lido è invece una decisa inversione di marcia.
Detto questo nella sezione più importante ci attendono 23 film in concorso e 19 fuori concorso, materiale cinematografico per tutti i gusti. Partiamo dai cinque italiani in lizza per il leone d'oro: 'Bones and all', a dispetto del titolo il nuovo film, molto cannibale, dell'italianissimo Luca Guadagnino che dirige ancora una volta Timothée Chalamet; 'Il signore delle formiche' di Gianni Amelio con Luigi Lo Cascio ed Elio Germano sul caso Braibanti, poeta e partigiano antifascista condannato negli anni sessanta per avere plagiato un giovane ventunenne, di fatto un processo alla sua omosessualità; 'L’immensità' di Emanuele Crialese con Penelope Cruz; 'Chiara' con cui dopo la Nico dei Velvet Underground e la figlia minore di Marx Susanna Nicchiarelli continua la sua galleria di donne con la santa di Assisi e il suo sogno di libertà e 'Monica' di Andrea Pallaoro, altro film italiano girato negli Stati Uniti come quello di Guadagnino che vede protagonista una transessuale.
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Sul fronte straniero di concorrenti al Leone sulla carta ce ne sono parecchi. Molto atteso è 'Blonde', un biopic su Marilyn Monroe dal libro di Joyce Carol Oates. La più grande icona sexy del ventesimo secolo è interpretata da Ana de Armas in una impressionante sovrapposizione fisica ed estetica al personaggio. Il film sembra non risparmierà nulla, né i problemi d'amore né la tossicodipendenza affrontata nella vita privata. Si conta molto sul film che apre la Mostra: 'White Noise' di Noah Baumbach con le star Adam Driver e Greta Gerwick che assicurano la giusta dose di glamour fin dal primo red carpet, adattamento di un romanzo di Don De Lillo che racconta i tentativi di una famiglia americana contemporanea nell’affrontare i conflitti della vita quotidiana. Poi il ritorno di Darren Aronofsky, il regista di ‘The wrestler’ e ‘Il cigno nero’, con 'The Whale' la storia di un uomo con un grave problema di obesità che tenta di riallacciare i rapporti con la figlia adolescente.
Altri titoli che incuriosiscono sono 'The son' di Florian Zeller (il regista di 'The father' che è valso l'Oscar ad Anthony Hopkins presente anche qui accanto a Laura Dern e Vanessa Kirby; 'The banshees of Inisherin' che segna il ritorno a Venezia del drammaturgo e cineasta inglese Martin McDonagh che al Lido conquistò tutti cinque anni fa con 'Tre manifesti a Ebbing, Missouri'; 'Bardo' del premio Oscar Alejandro Inarritu, commedia sulla crisi esistenziale di un giornalista; 'Tar' di Todd Field con Cate Blanchett nel ruolo di una direttrice d’orchestra e 'No bears', film girato clandestinamente dal regista iraniano Jafar Panahi attualmente in carcere per motivi ideologici in attesa di un processo.
Tra i fuori concorso occhio a Paolo Virzì col suo cast italiano all star – Claudia Pandolfi, Silvio Orlando, Andrea Mastandrea e Monica Bellucci – protagonisti di 'Siccità', al ritorno del grande Walter Hill, il regista dei guerrieri della notte, con 'Dead for a dollar', western con Christoph Waltz e Willem Dafoe e a 'Master Gardener' di Paul Schrader (quest'anno leone d'oro alla carriera assieme a Catherine Deneuve).
Dal fuori concorso arriva anche il probabile film scandalo che in una rassegna cinematografica non manca mai: i rumours lo hanno identificato in 'Don’t worry Darling', thriller psicologico diretto da Olivia Wilde con il famoso cantante Harry Styles, ex-One direction, che altro non è se non il suo boyfriend: le scene di sesso parecchio esplicite che contiene faranno ulteriormente salire, e di molto, la temperatura di questa estate già così bollente.
IL COMMENTO
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