Cronaca

"Solo da sordi si sopravvive alla movida" racconta a Primocanale l'artista di Salita Pollaioli
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"La movida ha un problema grave: tutte le notti c'è sempre chiasso, non solo nel weekend ma anche in settimana. E la cosa è che va avanti fino alle tre di notte ma anche oltre."

Una storia particolare quella di Pietro Berti, chiamato da tutti Peo, artista che ormai da tempo abita in Salita Pollaioli, uno dei vicoli preferiti dai giovani per passare il sabato sera. Anche Pietro racconta di una situazione ingestibile e insopportabile, come quella di cui raccontano gli altri abitanti e che ha spinto il Comune di Genova a firmare un'ordinanza che obbliga nove locali dei vicoli a chiudere alle 23,30. Ordinanze anti-alcol, chiusure obbligatorie, riunioni del comitato di quartiere e volantini: con la ripartenza è nata una vera e propria 'lotta' tra locali della movida e residenti. 

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Trasferitosi nella zona undici anni fa perchè innamorato dell'atmosfera, Pietro racconta di un quartiere diverso: "Per assurdo, anche quando tutta la movida si è spostata, quelli che passano e parlano ad alta voce rimbombano tantissimo. Per trovare una soluzione servono controlli ben fatti, controlli che vadano a capire chi è un buon esercente e chi non lo è. Io mi sono trasferito qui perchè amo questo quartiere, il Centro Storico, ma prima era molto diverso, quasi troppo silenzioso, morto.  I vicoli sono un posto di frontiera ma è il loro carattere, il problema adesso è che io, inizialmente, appena trasferito, avevo messo la camera da letto proprio nella stanza che da sul vicolo, Salita Pollaioli. Pensa che dal casino ho preso e me ne sono andato a dormire nello stanzino di là, non ne potevo più."

Pensionato, ormai si dedica completamente all'arte: dipinti, libri, bastoni raccolti dalle spiagge 'perfetti per passeggiare o per gli stregoni', la sua casa è un vero e proprio museo. Pietro spiega come è riuscito a tornare a dormire nel suo letto: "Ora, dopo un po' di anni, ho avuto la possibilità di mettere i doppi vetri alle finestre e devo anche ringraziare la mia condizione, che mi rende sordo da un orecchio. Dormo con l'altro appoggiato al cuscino e questo mi concede la possibilità di tornare a dormire nel mio letto, anche se ancora qualcosa sento. Il rumore è variabile da giornata a giornata ma mediamente continua fino alle tre. Mentre prima del Covid la movida era tra il venerdì e sabato, adesso è tutti i giorni. Cori da stadio, urla, colpi alle saracinesche, è impossibile."

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Dalla fine del coprifuoco imposto durante il lockdown ad oggi il tema della movida è sempre più caldo, specialmente in questo quartiere di Genova. Fioccano le telefonate e le lamentele dei residenti: piazza delle Erbe, piazza Pollaiuoli, piazza San Bernardo, via San Bernardo e via San Donato, proprio i luoghi dove si trovano i nove locali costretti a chiudere prima della mezzanotte. 

"La movida ha un problema grave: tutte le notti c'è sempre chiasso, non solo nel weekend ma anche in settimana -conclude Pietro-. E la cosa è che va avanti fino alle tre di notte ma anche oltre. Per assurdo, anche quando tutta la movida si è spostata, quelli che passano e parlano ad alta voce rimbombano tantissimo. Per trovare una soluzione servono controlli ben fatti, controlli che vadano a capire chi è un buon esercente e chi non lo è."