Cronaca

A 18 anni dall'uccisione del contractor che gridò "vi faccio vedere io come muore un italiano" ai terroristi islamici
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GENOVA -"Voleva umiliarlo e terrorizzare tutti gli italiani e il mondo, ma lui non l'ha permesso perché voleva guardare in faccia i suoi assassini".

Graziella Quattrocchi, sorella di Fabrizio, il contractor genovese ucciso 18 anni fa dai terroristi islamici in Iraq stamane come ogni 14 aprile era davanti alla tomba del fratello nel cimitero di Staglieno.

Quattrocchi per il coraggio e la frase gridata ai terroristi, "vi faccio vedere come muore un italiano" togliendosi la benda dagli occhi per guardare chi lo stava uccidendo, venne insignito della medaglia d'oro al valor civile dal presidente della Repubblica Ciampi.


Ma neppure questo ha impedito che la sua figura venisse strumentalizzata e diventasse divisiva: a favore la galassia della destra nazionalista, contro la sinistra estrema che non ama chi sbandiera i valori della patria.



Graziella anche oggi come sempre cerca di spegnere ogni polemica: "Mio fratello non era un esaltato, ma solo un ex panettiere campione italiano di taekwondo che grazie alla sua preparazione, il suo addestramento nella settore della sicurezza, era andato a lavorare all'estero per guadagnare i soldi per comprarsi una casa e farsi una famiglia".

Graziella aggiunge: "Fabrizio era una persona onesta, equilibrata e soprattutto generosa, come dicono tutti coloro che ho incontrato dopo la sua morte".

Graziella che non fa polemiche sul fatto che in molte città italiane hanno dedicato una strada o un ponte, come a Brugnato, nello Spezzino, ma questo non è stato possibile a Genova. Qui quasi tre anni fa la proposta di dedicare una passerella sul Bisagno a Quattrocchi fece divampare mille polemiche perché, si disse, quel passaggio era destinato ad essere intitolato al partigiano Firpo come è già chiamata una piazzetta poco lontano. Di fronte a questi contrasti Graziella fece un passo indietro chiedendo di non nominare la passerella al fratello. Un bel gesto che ha innescato un altro, come confida la stessa Graziella: "Mi scrisse la famiglia di Firpo per dirmi che mi era vicina, un messaggio che mi ha riempito il cuore".

Alla celebrazione del ricordo di Fabrizio, che quando fu ucciso aveva 36 anni, oggi c'erano amici del contractor, amici di famiglia, alcuni paracadutisti.

Sull'uccisione di Quattrocchi fu aperta un'inchiesta dalla procura di Roma, indagine non ancora conclusa. Alla sbarra alcuni dei terroristi. Fra le notizie emerse anche che il genovese venne ucciso perché ritenuto il proprietario di un computer su cui c'erano immagini su operazioni per gli Usa, che invece appartenevano a Salvatore Stefio, uno dei tre colleghi di Fabrizio con Maurizio Agliana e Umberto Cupertino, anch'essi rapiti ma poi liberati grazie al pagamento di un riscatto.

Graziella su questo non parla e, nonostante la grande commozione che ancora avverte nel ricordare il fratello minore, non chiede più nulla per Fabrizio.

"Vorrei che il suo ricordo unisse, come fanno i ponti, se non è possibile lasciamo stare, perchè ormai in tanti anni ho imparato a mettere da parte le cose brutte e mi godo quelle belle, come i tanti messaggi che arrivano sulla pagina di Facebook dedicata a Fabrizio, o anche una bellissima canzone che parla di Fabrizio inviata stamane da un anziano di Roma".

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