
La consigliera comunale di Genova Francesca Ghio ha parlato con il gip e fatto il nome della persona che abusò di lei quando aveva 12 anni. Questa mattina insieme al suo legale, l'avvocato Michele Ispodamia, ha parlato al giudice per le indagini preliminari. Il 26 novembre del 2024, la consigliera di Genova Francesca Ghio ha rivelato in aula di aver subito abusi sessuali da parte di un uomo di fiducia che frequentava la sua casa. La procura aprì un'inchiesta con l'ipotesi di violenza sessuale aggravata su minorenne, ma i fatti risalgono alla fine del 2005 e al 2006, e di conseguenza venne chiesta l'archiviazione. Ghio e il suo legale sono andati avanti fino a ottenere un incontro con il giudice per le indagini preliminari Matteo Buffoni.
La consigliera Ghio in queste ore è impegnata nei lavori necessari ad arrivare all'approvazione del bilancio comunale. A margine ha commentato la decisione di fare il nome al giudice, un gesto che vuole essere un esempio soprattutto per altre donne che hanno subito o subiscono situazioni simili. "Per quanto si può essere contenti in questa dinamica, essere riusciti a farci ascoltare dal gip è un risultato importante perché è una testimonianza che rimane allegata a un fascicolo e la valenza è doppia: la prima è di aver dato un segnale di coraggio alle donne che vogliono denunciare, devono farlo anche se il contesto in cui ci troviamo ti fa sentire sbagliato, ti fa sentire complice, colpevole. Invece avere una rete che di crea e che dimostra che testimoniare e denunciare è giusto, penso sia un segnale importante e chi più ha visibilità come nel mio caso ho sentito ancora di più la responsabilità di farlo non per la mia storia ma per le storie che sono tantissime. La seconda valenza è che la mia testimonianza in ogni caso rimane agli atti, quindi in caso di processo contro questa persona, di cui ho fatto il nome al gip, la mia testimonianza può supportare altre donne che denunciano, sicuramente non è una battaglia contro il singolo, anche perché la mia denuncia all'interno delle istituzioni parte proprio come denuncia al sistema, che non funziona. Ci sono tante critiche che si possono trasformare in proposte costruttive come la rete che ci deve essere quando una donna sceglie di denunciare, dal commissariato, chi ascolta le testimonianze che deve avere un approccio accogliente e tutelante nei confronti della donna, sia per i tempi che la legge dà per fare queste denunce perché non siamo tutte uguali, non siamo tutte pronte nello stesso momento ed è giusto dare il massimo diritto alle donne che riescono a farlo".
L'avvocato Ispodamia ha spiegato che Ghio ha raccontato al giudice diversi aspetti legati alla sua vicenda, oltre al nominativo ha precisato all'autorità giudiziaria "il periodo, le modalità con cui le violenze si sono realizzare, i luoghi dove si sono realizzate e anche il materiale probatorio che ha offerto all'autorità giudiziaria qualora questa decidesse di procedere con l'indagine anche se io ritengo pacificamente che i fatti siano prescritti. Per la dottoressa Ghio era fondamentale fornire il nome di questa persone all'autorità giudiziaria". L'avvocato ha spiegato che Ghio è disponibile a testimoniare in eventuali processi nei confronti di questa persona.
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