Cronaca

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Nella requisitoria dell'accusa al processo per il crollo
1 minuto e 15 secondi di lettura
di Redazione cronaca

Quelli che allora erano i numeri due e tre di Autostrade per l'Italia, Paolo Berti e Michele Donferri Mitelli, "avevano una conoscenza diretta e una competenza formale ma anche concretamente esercitata in tema di sorveglianza". E' quanto ha affermato il pm Marco Airoldi che con il collega Walter Cotugno sta portando avanti la requisitoria del processo a 57 imputati per il crollo del ponte Morandi. Una conoscenza che emerge dalle chat tra i due e dalle registrazioni segrete che uno degli imputati aveva fatto durante le riunioni con Denferri: "Da questa consapevolezza dello stato del viadotto devi muoverti di conseguenza, devi farti carico del progetto di retrofitting (i lavori di rinforzo delle pile 9 e 10 che non partirono mai) e devi farti carico del fatto che stia in piedi durante la realizzazione del progetto".


Anche chi ha fatto qualcosa, prosegue il pm, "non lo ha fatto con la dovuta fretta e urgenza". Le udienze proseguiranno anche la settimana prossima ma solo mercoledì e giovedì perché in concomitanza con il Salone nautico è difficile per gli avvocati (la cui stragrande maggioranza viene da fuori Genova) trovare un albergo. Le vere e proprie richieste di condanne dovrebbero arrivare a metà ottobre. Poi sarà la volta dei legali delle parti civili. A quel punto i giudici dovrebbero fare un rinvio lungo per consentire ai difensori degli imputati di preparare le arringhe.

 

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