Cronaca

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di Annissa Defilippi

Lì dove una volta c’era un prato ora sorge un complesso di box in cemento armato. Un pugno in un occhio per una zona - quella di via Galata - sottoposta a vincolo paesaggistico. E così un sopralluogo congiunto della polizia locale e dell’Ispettorato edilizio del Comune di Genova ha portato alla luce gravi irregolarità in un cantiere situato in una traversa di via Galata, nel cuore del centro storico cittadino. Le autorità hanno accertato numerose difformità tra le opere edilizie realizzate e il permesso di costruire rilasciato, classificando l’intervento come un abuso edilizio di particolare rilevanza e gravità.

Modifiche non autorizzate 

Secondo quanto emerso, i lavori hanno comportato modifiche non autorizzate alle volumetrie previste, cambi di destinazione d’uso e interventi che hanno alterato gli spazi circostanti, in netto contrasto con il progetto approvato.

Questi abusi violano le normative urbanistiche e rischiano di compromettere il patrimonio storico-architettonico dell’area, soggetta a vincoli di tutela per la sua rilevanza culturale.

A seguito dell’accertamento, l’Ispettorato edilizio ha disposto l’immediata sospensione dei lavori, come previsto dal Testo Unico dell’Edilizia (DPR 380/2001). Gli atti sono stati trasmessi all’autorita giudiziaria per ulteriori approfondimenti tecnici e legali, che potrebbero portare all’avvio di un procedimento penale nei confronti dei responsabili, tra cui il committente, il direttore dei lavori e l’impresa esecutrice.

Zona sottoposto a vincolo paesaggistico 

Le difformità rilevate, che includono ampliamenti non autorizzati e variazioni d’uso, rappresentano una violazione significativa delle normative vigenti. In zone come via Galata, dove l’equilibrio tra sviluppo edilizio e conservazione del patrimonio è particolarmente delicato, tali interventi assumono una gravità da sottolineare.

Le autorità stanno ora valutando l’impatto delle modifiche sull’ambiente urbano e sulla sicurezza, mentre i tecnici incaricati procederanno con ulteriori verifiche per determinare l’entità delle irregolarità.

Il complesso potrebbe essere demolito 

Per i responsabili dell’abuso, le conseguenze potrebbero essere pesanti: oltre alle sanzioni amministrative, che possono includere il pagamento di somme rilevanti per una eventuale sanatoria, si prospettano responsabilità penali, con pene che, in base alla normativa, possono arrivare fino a due anni di reclusione per abusi parziali e tre anni per violazioni più gravi. In assenza di regolarizzazione, il Comune potrebbe disporre la demolizione delle opere abusive.

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