Cronaca

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di r.c.

I centri integrati di via del Ponente genovese esprimono forte preoccupazione per l’andamento del dibattito pubblico relativo alla possibile realizzazione di un forno elettrico nell’area ex Ilva di Cornigliano. “Una decisione che, se confermata, rischia di segnare ancora una volta il destino di un territorio che da decenni subisce servitù industriali senza mai beneficiare di reali prospettive di crescita e sviluppo”, afferma Massimo Oliveri, presidente del CIV di Cornigliano.

La discussione attorno al forno elettrico, rilanciata dopo l’annuncio della sindaca Salis in occasione della visita del ministro Urso, si è finora svolta senza un vero confronto con le categorie economiche del territorio. Nessun tavolo di ascolto, nessuna consultazione con gli operatori commerciali, nessuna condivisione con chi vive e lavora ogni giorno nel Ponente.

Cornigliano e il Ponente meritano rispetto. Non possono essere trattati come un’appendice sacrificabile della città, destinata solo a ospitare impianti e infrastrutture impattanti. I nostri quartieri hanno bisogno di investimenti, riqualificazione, visione. Non di nuove servitù calate dall’alto. 

“Per Confcommercio Genova - dichiara il presidente Alessandro Cavo - la discussione sul forno elettrico a Cornigliano non può essere affrontata in termini locali e isolati. L’industria dell’acciaio è strategica per il nostro Paese e la realizzazione di impianti innovativi deve inserirsi in un piano nazionale complessivo, indispensabile per consentire all’Italia di restare una potenza industriale. Per prima cosa occorre conoscere gli obiettivi del piano nazionale - prosegue  Cavo - e successivamente il Governo deve dimostrare con precisione e con impegni concreti la propria volontà di investire nei territori coinvolti. Non si possono accettare nuove servitù se non all’interno di un metodo chiaro, condiviso e rispettoso delle comunità”.

I CIV del Ponente e Confcommercio ribadiscono che ogni scelta sul futuro del territorio deve nascere da un reale coinvolgimento di cittadini, commercianti e operatori economici, con un piano di sviluppo capace di superare la logica delle servitù industriali e puntare invece su riqualificazione, tutela ambientale e innovazione.

“Il futuro di Cornigliano e del Ponente non può essere deciso senza Cornigliano e senza il Ponente - ribadiscono i CIV -. I nostri quartieri non possono essere considerati un’appendice sacrificabile della città. Chiediamo rispetto, ascolto e visione. Solo un metodo partecipato e trasparente può trasformare una scelta industriale in un’occasione di crescita per il territorio”.

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