Cronaca

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Le due donne erano in espiazione pena per reati contro il patrimonio, con fine pena previsto rispettivamente nel 2028 e nel 2031
1 minuto e 44 secondi di lettura
di Au. B.

Erano uscite dal carcere con un permesso di lavoro il nove giugno ma non hanno mai fatto ritorno. È successo il 9 giugno, protagoniste due detenute di nazionalità rom, detenute nella casa circondariale di Pontedecimo e ammesse al beneficio del lavoro all’esterno.

Le due donne erano in espiazione pena per reati contro il patrimonio, con fine pena previsto rispettivamente nel 2028 e nel 2031. Secondo le prime informazioni, l’allontanamento potrebbe essere avvenuto con il supporto di soggetti esterni.

L'allarme dei sindacati: "Falle nel sistema carcerario"

"Si tratta dell’ennesimo episodio che pone in evidenza le criticità di un sistema penitenziario che, nonostante l’impegno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria, presenta falle nella gestione dei benefici, soprattutto in assenza di un adeguato supporto e controllo", dichiara Rocco Roberto Meli, Segretario Regionale O.S.A.P.P. Liguria.

"Non si intende mettere in discussione la validità dei percorsi di reinserimento sociale, che restano un obiettivo fondamentale – prosegue Meli – ma è necessario che tali benefici siano concessi con maggiore rigore e sulla base di valutazioni approfondite, per evitare che vengano strumentalizzati da chi non dimostra una reale volontà di cambiamento".

L’O.S.A.P.P. sottolinea, ancora una volta, l’urgenza di una revisione normativa e organizzativa che consenta di rafforzare i controlli, garantire la sicurezza e valorizzare l’attività della Polizia Penitenziaria, spesso chiamata a fronteggiare queste situazioni in condizioni operative estremamente complesse.

Continuano le indagini dopo la rivolta nel carcere di Marassi

Si continua a indagare per il reato di tortura per il detenuto diciottenne sequestrato e seviziato per almeno due giorni nella cella della prima sezione del carcere di Marassi da altri quattro reclusi. È trapelato che sul corpo del recluso aggredito ci sono ustioni procurate forse con liquidi, sul viso invece ci sfregi permanenti, come tatuaggi, con disegni tesi a umiliare il ragazzo. Il giovane è al centro della rivolta nata mercoledì scorso nell'istituto penitenziaria di Genova che ha coinvolto 80 detenuti.

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