
"Ricordo che dopo l'omicidio di Nada Cella fui chiamato per effettuare il primo sopralluogo nello studio dopo due o tre giorni, un po' tardi, perché nel frattempo, dato che la ragazza era ancora viva nell'ufficio erano passate molte persone. I volontari del soccorso, gli investigatori e pure la madre dei commercialista, quindi c'era stato un certo traffico che indubbiamente aveva alterato lo stato delle cose...".
A svelarlo in una lunga intervista sulla sua vita professionale rilasciata a Primocanale è Marcello Canale, medico legale, ex storico direttore del dipartimento di Medicina Legale di Genova, che sarà fra l'altro chiamato nelle prossime settimane a deporre in aula al processo per il cold case di Chiavari.
Uno specialista, Canale, che con il suo lavoro ha attraversato in prima persona tutti i più grandi fatti di cronaca di Genova e della Liguria.
Dalle Brigate Rosse a Carlo Giuliani
Canale si è occupato di tragedie come l'uccisione di Milena Sutter da parte del biondino della spider rossa Bozano, l'agguato delle Brigate Rosse al giudice Coco e agli uomini della scorta, la misteriosa morte della contessa Vacca Agusta a Portofino, il cold case oggi a processo dopo trent'anni in corte di Assise dell'uccisione di Nada Cella, e poi il colpo sparato dal carabiniere Placanica a Carlo Giuliani al G8, e, andando indietro nel tempo, Canale si è occupato anche dei tanti delitti degli anni '60, quella del bitter con la stricnina a Imperia o anche l'avvelenamento con l'ossido di carbonio di Uscio dove nel 67 un uomo innamoratosi dell'amante uccise la moglie collegando il tubo di scappamento della sua auto all'abitacolo.
Il medico legale di Montalbano...
Dalle parole di Marcello Canale emergono storie che sono pagine di un libro, angoli remoti della criminologia della nostra regione, la storia, la sua, di un medico legale emerito professore del Dipartimento di Medicina Legale, di cui è stato per tanti anni direttore e anima, punto di riferimento per i giovani che si sono approcciati a questa delicata professione diventata di moda solo di recente con le fiction o i grandi film come Montalbano, il commissario Schiavone di Giallini e Imma Tataranni, che Canale svela di apprezzare, "fra l'altro in questo film il medico legale aveva un nome di un vero medico legale, poi cambiato successivamente".
"Indubbiamente molto spesso noi siamo il braccio destro degli inquirenti e del pm" ribadisce Canale che incontriamo nella suggestiva biblioteca di Medicina Legale dove da ragazzo negli anni '60 ha iniziato la sua storia di giovane medico lega, ammirato da un altro professore che ha lasciato un solco nel'istituto di Genova, Franchini, "io dovevo scegliere e mi dissero guarda che a Genova sta arrivando Franchini che ha grandi idee...".
"Indubbiamente molto spesso noi siamo il braccio destro degli inquirenti e del pm" ribadisce Canale che incontriamo nella suggestiva biblioteca di Medicina Legale dove da ragazzo negli anni '60 ha iniziato la sua storia di giovane medico lega, ammirato da un altro professore che ha lasciato un solco nel'istituto di Genova, Franchini, "io dovevo scegliere e mi dissero guarda che a Genova sta arrivando Franchini che ha grandi idee...".
Il cadavere è come un libro che si può leggere solo una volta
Canale che alla domanda cosa ha provato quando per la prima volta ha dovuto sezionare un cadavere risponde che ci si è abituato gradualmente, durante le lezioni obbligatorie di anatomia, "il momento più duro è il primo taglio" ammetterà poi. "Io sono d'accordo con uno studioso francese che ha detto che il cadavere è come un libro che si può leggere solo una volta", come a rimarcare che se si sbaglia il primo approccio a un esame autoptico poi non è facile rimediare.
L'omicidio per amore di Uscio
Figlio di un commerciante di carta e di una casalinga Canale ha subito scelto medicina e poi medicina legale che è la somma di due scienze, due materie molto affascinanti, la medicina e il diritto. Il primo caso importante che ha contribuito a risolvere è stato un omicidio a Uscio, piccolo comune alle spalle di Recco, dove nel '67 un uomo innamorato dell'amante uccise la moglie avvelenandola con l'ossido di carbonio collegando il tubo di scappamento della sua auto con l'abitacolo."Il magistrato mi disse, guarda hanno portato una donna, è una storia strana...". "In effetti la morte per intossicazione si vede subito perché il viso del defunto è imbellettato, più roseo, quell'uomo fu poi condannato, e la cosa curiosa che io quell'uomo lo aveva visitato qualche ora prima per un incidente stradale e mi aveva detto che doveva scappare via perché la moglie era in ospedale, io lo guardai stupito, allora c'era il giudice istruttore che mi chiamò per chiedermi delle notizie e fornire questa notizia che poteva servire per dimostrare la premeditazione".
Una professione, quella di medico legale, ora al femminile, "allora, quando ho cominciato io, c'era una sola donna".
Una professione, quella di medico legale, ora al femminile, "allora, quando ho cominciato io, c'era una sola donna".
L'avvelenamento con il bitter con la stricnina
Fra i casi che hanno dato più soddisfazione a Canale c'è stato l'omicidio della stricnina di Imperia, dove un veterinario uccise un rappresentante di liquori amante della moglie inviandogli un campione di un nuovo liquore con dentro la stricnina. "Quando lo scoprimmo pensammo: così la moglie si è liberata dell'amante e del marito".Milena Sutter: il primo rapimento
Sul rapimento e l'uccisione della ragazza Milena Sutter da parte di Lorenzo Bozano, il primo rapimento avvenuto a Genova, invece Canale svela che a suo avviso si trattò di un omicidio preterintenzionale, "forse lui le strinse il collo per farla stare ferma e alla fine l'ha uccisa, poi prese una cintura di pesi e la buttò in mare".Bozano è poi morto a 76 anni il 30 giugno del 2O21 stroncato da un malore mentre faceva un bagno all'Isola d'Elba.
Nada Cella, quel sondino letale
Canale, come detto, ha svolto anche l'autopsia a Nada Cella, la segretaria uccisa nello studio dove lavorava nell'89, un cold case riaperto nel 2021 grazie a una criminologa capace di scoprire gli errori commessi dagli inquirenti tanti anni fa. Ricordo però che nella stanza dove lavorava la vittima alle spalle della scrivania c'era una grande chiazza di sangue con gli schizzi, come il sole che i raggi che si irradiano". Canale rivela anche un terribile particolare noto solo agli addetti ai lavori: "L'autopsia svelò poi che durante i tentativi di rianimare Nada al pronto soccorso un sondino introdotto nel naso a causa delle fratture finì nel cervello della ragazza, arrivando al cervelletto, forse uccidendola, purtroppo, con tutte le fratture che aveva riportato, quella giovane sarebbe morta lo stesso anche senza le lesioni del sondino".
Canale non entra nel merito del processo in via di svolgimento, dove fra l'altro sarà chiamato a testimoniare, ma alla domanda se quell'omicidio può essere stato commesso da una donna non ha dubbi: "Le donne possono avere molta forza".
Il professore alla domanda come è cambiato il rapporto con la morte dopo tanti anni di lavoro passati a lavorare con persone senza vita risponde che l'ha colpito molto l'elevato numero di morti improvvise, "a prima vista inspiegabili ma spesso collegate alle condizioni del cuore, tante volte quando mi trovavo con il cuore in mano mi chiedevo, "ma come faceva questa persona a campare?"
A Canale, inevitabile, anche una domanda sui redivivi: è mai capitato in questi anni che qualcuno dichiarato morto si sia risvegliato nelle camere mortuarie nelle camere mortuarie? "Mai, può capitare dopo un presunto decesso in una camera di ospedale che il paziente si risvegli, ma pochi minuti dopo, non quando salma è già stata trasferito in obitorio. Ricordo però al proposito che nei primi anni di lavoro nelle camere mortuarie dove c'erano le salme c'era anche un campanello che la persona se si fosse risvegliata poteva schiacciare, ma non è mai successo".
Canale non entra nel merito del processo in via di svolgimento, dove fra l'altro sarà chiamato a testimoniare, ma alla domanda se quell'omicidio può essere stato commesso da una donna non ha dubbi: "Le donne possono avere molta forza".
Quelle morti inspiegabili
Il professore alla domanda come è cambiato il rapporto con la morte dopo tanti anni di lavoro passati a lavorare con persone senza vita risponde che l'ha colpito molto l'elevato numero di morti improvvise, "a prima vista inspiegabili ma spesso collegate alle condizioni del cuore, tante volte quando mi trovavo con il cuore in mano mi chiedevo, "ma come faceva questa persona a campare?"
Un campanello all'obitorio nel caso di un morto resuscitasse
A Canale, inevitabile, anche una domanda sui redivivi: è mai capitato in questi anni che qualcuno dichiarato morto si sia risvegliato nelle camere mortuarie nelle camere mortuarie? "Mai, può capitare dopo un presunto decesso in una camera di ospedale che il paziente si risvegli, ma pochi minuti dopo, non quando salma è già stata trasferito in obitorio. Ricordo però al proposito che nei primi anni di lavoro nelle camere mortuarie dove c'erano le salme c'era anche un campanello che la persona se si fosse risvegliata poteva schiacciare, ma non è mai successo".
Il beccamorto che mordeva i piedi
Poi il professore ricorda l'origine del termine beccamorto: durante le epidemie gli addetti delle camere mortuarie andavano a muovere, a mordere l'alluce del morto per vedere se reagiva, ma è mai successo, può capitare di arresti cardiaci che vengono ripresi, come i calciatori che svengono sul campo e vengono subito trattati. Però se non intervieni rapidamente 10 minuti entro dieci minuti ci sono gravi danni cerebraliProiettili Giuliani, nessuna deviazione
Canale ha fatto anche l'autopsia a Carlo Giuliani, il ragazzo ucciso da un colpo di pistola al G8 del 2001 sparato dal carabiniere Placanica e sgombera il campo dall'ipotesi che il proiettile possa essere stato deviato da un sasso lanciato da un manifestante: "Purtroppo si è cercato di trovare un giustificazione per salvare che ha sparato, che fra l'altro era in condizioni di grande stress, in servizio sino dal mattino con una maschere antigas, accerchiato e aggredito da più persone".
IL COMMENTO
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