Cronaca

Dopo le indagini sono scattate le operazioni: all'uomo sono stati sequestrati ben 67 veicoli, il tendone, i conti correnti e la ditta
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di Annissa Defilippi - Aurora Bottino

Tre giorni dopo la fuga del lama Ciro dal circo Madagascar un giovane indiano era caduto per oltre 20 metri mentre smontava il tendone, all'arrivo degli ispettori del lavoro però, la storia era sembrata diversa: il giovane era stato spostato subito dopo la caduta e la zona ripulita in quattro e quattr'otto dalle tracce di sangue. Da lì è iniziata l'inchiesta che ha portato all'obbligo di dimora e al sequestro preventivo del titolare dell'attività circense, ora accusato di caporalato.

L'indagine dopo l'incidente sul lavoro: troppe cose non tornavano 

Le indagini sono state avviate dal Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Genova a dicembre 2023 proprio dopo il gravissimo infortunio sul lavoro del cittadino indiano, scoperto poi  irregolare sul territorio. Secondo la ricostruzione effettuata dai Carabinieri del NIL, la vittima, nella fase di smontaggio del tendone del circo, privo di qualsiasi sistema di ritenuta contro la caduta dall'alto, è caduto a terra da un'altezza di oltre 20 metri in quanto non erano presenti, come da normativa, i sistemi di ritenuta contro la caduta dall'alto. Il giovane aveva riportato ferite così gravi da rimanere in coma per diversi mesi. L'incidente era però apparso molto diverso inizialmente. Questo perché, a seguito della caduta - secondo alcuni testimoni - l'infortunato sarebbe stato spostato dal luogo dell'evento (poi prontamente ripulito dalle tracce di sangue) e portato nei pressi di un camion, al fine di far passare l'incidente come una caduta accidentale da un bilico e permettere al datore di lavoro di sottrarsi alle relative responsabilità in vista dei controlli. Oltre alle testimonianze quello che non tornava erano le ferite riportate, assolutamente incompatibili con una caduta di soli due metri.

Niente giorno di riposo o ferie, pagati poco e stipati in un caravan 

Gli ulteriori approfondimenti effettuati a carico del datore di lavoro, hanno permesso di accertare inoltre che lo stesso avrebbe sottoposto a sfruttamento lavorativo almeno 4 lavoratori di nazionalità indiana e altri in via di identificazione, per la gran parte irregolari sul territorio dello Stato, impiegandoli alle proprie dipendenze in violazione della normativa sull’orario di lavoro (riposi, ferie e permessi), sulla retribuzione nonché in violazione delle norme in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro nonché sottoponendoli a condizioni lavorative e alloggiative umilianti e degradanti approfittando del loro stato di bisogno.

In particolare i cittadini indiani avrebbero vissuto stipati in un caravan da cinque stanze dotate di tre posti letto a castello ognuna, con una cucina e un bagno in comune per tutti e 14 i lavoratori ospitati. Questi lavoratori percepivano - secondo gli inquirenti - una retribuzione difforme e sproporzionata alla qualità e alla quantità del lavoro prestato, in quanto percepivano dai 180 ai 250 euro a settimana che doveva bastare anche per la gestione del caravan dove alloggiavano e per le proprie necessità. Lavoravano sette giorni su sette per almeno 10 ore al giorno, senza usufruire di giorni di riposo, ferie e permessi salvo rari casi in cui il datore di lavoro concedeva dei permessi trattenendo una
somma dalla già esigua retribuzione.

Sequestrati 67 mezzi, il tendone e i conti correnti dell'uomo 

Dopo le indagini sono scattate le operazioni: all'uomo sono stati sequestrati ben 67 veicoli, il tendone, i conti correnti e la ditta.