GENOVA - Fa parte del gruppi di dirigenti romani di Autostrade e di Spea finiti sul banco degli imputati, in tutto 14 persone, Mauro Malgarini, direttore ufficio manutenzione opere strutturali Autostrade per l'Italia, ha accettato di parlare in aula, ma solo senza contraddittorio. Ossia lui potrà parlare a ruota libera e nessuno potrà fargli domande. Una scelta che di certo non lo rafforza davanti ai giudici (nella foto).
Le dichiarazioni di Malgarini iniziano oggi e dovrebbero andare avanti anche domani e mercoledì ossia tutte e tre le udienze della settimana.
Il dirigente ha ricoperto molti incarichi in Aspi ma è stato soprattutto responsabile per molti anni, dal 1998 al giugno 2011, quando venne sostituito da Di Taddeo, altro imputato, e quindi per oltre 13 anni, degli uffici che pur con denominazioni diverse, si occupavano del Monitoraggio e della Manutenzione delle opere d’arte della rete autostradale, Ponte Morandi compreso.
Le sue dichiarazioni interrompono la fase tecnica del processo che stabilirà cause e responsabilità del crollo, fase avviata la scorsa settimana con i primi tre consulenti di Spea, la società di ingegneria che avrebbe dovuto controllare Aspi, tecnici che hanno parlato per tre giorni, una fase molto specialistica che ripartirà la prossima settimana con altri consulenti Spea. La loro tesi, già svelata, è che nessuno rivelò di un difetto di costruzione 1965/66 sulla sommità della pila 9 del ponte impossibile da vedere e immaginare e occultato dai costruttori poco prima dell'inaugurazione del viadotto.
Malgarini parlerà sicuramente del fatto che aveva incaricato l'ingegnere Pisani di fare un progetto di fattibilità per sistemare la pila 10 e la pila 9, quella che ha provocato il crollo.
Il suo avvocato Massimo Pellicciotta in aula ha già detto che dopo il 2011 il suo assistito era stato spostato ad altra mansione e pertanto non era più di sua competenza la vigilanza sul progetto. Fra le contestazioni mosse a Malgarini quella di non avere controllato da vicino con scassi le sommità degli stralli che venivano verificati fra l'altro con binocoli. Il suo difensore Pellicciotta, di certo uno dei legali più arcigni e ostici dei tanti principi del foro impegnati a difendere i 58 imputati, per spiegare la qualità che possono avere i binocoli più sofisticati utilizzati per i monitoraggi ha detto che lui quando va a caccia "vede le sopracciglia di un cervo a 1200 metri di distanza".
Come detto Malgarini fa parte del gruppo dirigenti romani di Autostrade e Aspi come anche Castellucci, Berti e Donferri Mitelli
I lavori sulla pila 11, iniziati nel 1992, si concludono nel 1996. Ma per i pm dell'accusa dopo, dal 1996 al 2003 - il periodo del passaggio in mano privata della società concessionaria – sul viadotto Polcevera non viene eseguito alcun intervento manutentivo, né alcuna prova diagnostica specialistica per verificarne le condizioni di sicurezza.
In quegli anni, per la procura, il viadotto è stato sottoposto alle sole ispezioni periodiche – trimestrali ed annuali – imposte dalla legge e affidate, da Autostrade a Spea.
Solo dal 2003 riiniziano ad essere commissionate le prove riflettometriche sugli stralli del viadotto, sospese da almeno 8 anni.
E subito, appunto nel 2003, si manifestano a detta degli inquirenti – almeno sul piano documentale – le prime concrete preoccupazioni sulle condizioni del viadotto all'interno di Autostrada per l'Italia.
E a manifestarle è proprio Malgarini che aveva detto: "Il viadotto Polcevera è l'opera più importante della rete; la sua altezza è tale che una ispezione dal basso potrebbe fornire indicazioni limitate; molto raramente è stato visto il by bridge sul ponte, c'è già un importante intervento di ripristino per obsolescenza della struttura, c'era fino a qualche anno fa un monitoraggio strumentale che oggi non esiste più"
La risposta di Spa alle sollecitazioni di Malgarini arrivava solo il 12.7.2004, con una nota di Ceneri e Vezil, trasmessa da Nebbia a Malgarini, e da questi inoltrata a Romagnolo e a Camomilla. In sintesi si dice: "Le previste attività di sorveglianza e diagnostica relative al viadotto Polcevera sono state completate il mese scorso, in particolare: dal 3 al 14 maggio è stata completata l'ispezione ravvicinata con by bridge dell'intera opera da parte dell'Utsa: lo stato di conservazione generale dell'opera è risultato discreto, gli unici difetti strutturali riscontrati riguardano un abbassamento della soletta dell'ultima campata in ovest ed uno stato fessurativo sull'impalcato a cassone del sistema bilanciato 11; altri difetti sono di tipo conservativo: si ricordano i percolamenti attraverso i giunti (Iato appoggi fissi) delle campate appoggiate dei sistemi bilanciati, giunti che risultano non attrezzati (di conseguenza si riscontrano umidità e dilavamenti all'interno dei cassoni); il 7 maggio ed il 9 giugno sono state eseguite le misure riflettometriche sugli stralli lato mare, che completeranno le analoghe prove eseguite lo scorso anno sugli stralli lato monte: la relativa relazione tecnica non ci è ancora stata consegnata; da un colloquio con il tecnico che ha eseguito le misure la situazione risulterebbe analoga a quella lato monte: un lieve incremento delle anomalie rispetto a 10 anni fa, con qualche grado 4.
Inoltre:
In questo periodo è stata acquisita una copia delle Relazioni di calcolo originarie dei sistemi bilanciati (pile con stralli), attualmente stiamo procedendo alla loro scansione (consegna fine luglio).
Relativamente al carroponte, siamo in attesa di una valutazione economica (per il ripristino o per lo smontaggio): dai primi contatti sembra che il costo dello smontaggio sia superiore a quello del ripristino (occorrerà poi valutare anche i costi di esercizio)
Quattro anni più tardi, l’insoddisfazione di Malgarini per l’insufficienza della sorveglianza che Spe esercita sulle opere d’arte della rete appare invariata, come risulta dalla sua mail a Nebbia in data 27.9.2007:
"Mi sembra l'ennesimo segnale di non adeguata attenzione alle problematiche e alle necessità relative allo stato di conservazione della rete!!!!!. Penso se ne dovrà parlare urgentemente con ing..."
Dal 2003 al 2011, sostiene l'accusa, sul viadotto Polcevera non succede praticamente nulla. Nulla, salvo un modestissimo intervento di manutenzione affidato, con lettera di incarico in data 1.4.2005,
dalla Direzione 1° Tronco (direttore Giorgio Fabriani) ad Alga, cioè alla società che aveva partecipato, con Preco, all’intervento del 1992 sugli stralli della pila 11.
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