Attualità

La rilevazione Tecné per Primocanale mette a nudo la diffidenza dei genovesi nella giustizia
1 minuto e 56 secondi di lettura

GENOVA – I genovesi non credono che il processo che deve accertare le responsabilità dei 53 imputati per il crollo di Ponte Morandi porterà alla verità. Si può dire, più in generale, che i genovesi non credono nella giustizia. Tra gli undici quesiti elaborati da Tecné per Primocanale, quello che recita “Ritiene che il processo punirà i responsabili del crollo di ponte Morandi” è forse il più stupefacente.

Solo un misero 1% del campione preso in esame dalla società demoscopica ritiene che alla fine del dibattimento arriveranno sentenze giuste: ciò significa, banalmente, che il 99% dei genovesi non pensa che il tribunale riuscirà a inchiodare alle loro responsabilità i colpevoli. E' un dato drammatico che getta una luce sinistra sulla considerazione dei cittadini sulle reali possibilità della giustizia di fare correttamente il proprio corso.

La maggioranza assoluta del campione, 64%, si è fatta un'idea molto, troppo 'italiana': le condanne arriveranno, è il pensiero di questa grossa fetta di cittadini, ma solo sulla testa dei cosiddetti sacrificabili. Magari pesci piccoli, dirigenti di secondo piano senza padrini pronti a difenderli. Un pensiero drammatico. All'opposto c'è un 4% di genovesi che ritiene invece che le condanne arriveranno, ma solo per i principali responsabili. Il 31% è così sfiduciato dal sistema Italia da ritenere che nessuno degli imputati pagherà per quel che ha fatto.

Naturalmente questo non è un sondaggio che mira a conoscere i sentimenti dei genovesi sulla magistratura, se non molto lateralmente. E' possibile che in questo giudizio conti anche il percorso compiuto da questo processo, il fatto che gli ex azionisti di Autostrade per l'Italia non siano mai stati minimamente coinvolti e che anche le stesse aziende siano potute uscire dal dibattimento pagando una somma in denaro.

Ma la diffidenza sulla giustizia sembra essere in realtà particolarmente diffusa nel nostro Paese, quasi connaturata al concetto di italianità: “Non è semplice riassumere in poche righe un sentimento così articolato – spiega a Primocanale il sociologo dell'università di Genova Luca Sabatini - Perché di sentimento si parla, con un pizzico di razionalità. Nel 1998, 9 italiani su 10 si fidavano della giustizia. Nel 2010 erano 6 su 10, nel 2022 erano 3. Si sta diffondendo, sempre più, la convinzione che a pagare siano sempre gli stessi, quelli poveri, mentre i ricchi, secondo l'opinione pubblica, cadono sempre in piedi".

Si tratta di una sfida in più per i magistrati genovesi: dimostrare alla città e all'Italia intera che del sistema giudiziario italiano ci si può fidare.