Cronaca

Come e perché la donna, savonese di nascita e residente in Val Bormida, avrebbe avuto diritto al lascito di un nobile di un lontano paese, non è dato sapere. E evidentemente non se l'è chiesto nemmeno la vittima di una truffa considerata ormai 'antica'
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GENOVA - Un sogno che si realizza, un inaspettato colpo di fortuna, una benedizione in tempi di crisi. Questo è ciò che deve aver pensato una cinquantenne della Val Bormida quando le è stato comunicato di essere beneficiaria dell'eredità di un principe africano.

Come e perché la donna, savonese di nascita e residente in Val Bormida, avrebbe avuto diritto al lascito di un nobile di un lontano paese, non è dato sapere. E evidentemente non se l'è chiesto nemmeno la vittima di una truffa considerata ormai 'antica'.

Così la donna, che ha effettuato una serie di bonifici su una money transfert a lei intestata, ma della quale si era fatta convincere a dare i codici ai cosiddetti curatori dell'eredità, si è dovuta rivolgere ai carabinieri. Proprio seguendo la scia di quei 17 mila euro, frutto dei risparmi della donna savonese, i militari savonesi sono riusciti a ricostruire l'intricata rete messa in piedi dai malviventi, che sono risultati essere, alla chiusura dell'attività investigativa nei giorni scorsi, due donne di 44 e 45 anni residenti in due regioni del sud Italia che non avrebbero agito da sole, come testimoniano i vari smistamenti delle somme sottratte con la truffa. Le due donne sono state denunciate per truffa, riciclaggio e favoreggiamento in concorso.