Dopo lo stop di un giorno ( nei bacini portuali dell'imperiese) a sostegno dei colleghi e degli agricoltori in protesta a Roma, gli umori dei 350 pescatori , residenti tra Ventimiglia, Sanremo e Imperia, non si smorzano. Il disagio, la rabbia, il dito puntato contro l'Unione Europea e la difficoltà nel svolgere il proprio lavoro sono infatti al centro della polemica.
"L’Unione europea si legge nel comunicato di Legacoop - sta introducendo strumenti normativi che rischiano di compromettere la tenuta delle nostre imprese di pesca e al contempo non affronta affatto il rovescio della medaglia rappresentato dall’impatto di queste nuove disposizioni sulle flotte, non solo italiane.
Nel 2022 il prodotto pescato dalla flotta italiana ammontava a circa 125.839 tonnellate, con un valore di 740 milioni di euro mentre dal 2012 ad oggi il valore totale degli sbarchi è diminuito di oltre il 20%, la flotta da pesca nazionale si è ridotta nell’ultimo decennio scendendo alle 11.807 imbarcazioni del 2022, pari al 16% circa della flotta Ue (81.071 unità) con una contrazione complessiva superiore al 20% nell’ultimo decennio.
I giorni di pesca totali di tutti i mestieri di pesca nazionali registrano -30% dal 2012 al 2022 e ,per quanto attiene il Mediterraneo occidentale, (da Imperia a Trapani, Sardegna inclusa) lo sforzo di pesca in termini di giorni di attività si è ridotto in 5 anni (dal 2020 al 2024) del 42,5%.
L’età media della flotta è di 31 anni e la mancanza di ricambio generazionale dovuto anche all’incertezza normativa e al continuo irrigidimento delle norme nazionali e comunitarie.
Nel 2022, il consumo di prodotti ittici in Italia ha superato il milione di tonnellate e in tutto il mondo si sta registrando la stessa tendenza: il consumo di pesce pro-capite ammonta a circa 25 kg, leggermente al di sopra del livello medio di consumo dell’Ue, fermo a circa 23 kg a testa.
Quindi la politica di contrazione della pesca comunitaria ha comportato un aumento dell’importazione, in costante crescita da oltre 15 anni.
I pescatori, che si dichiarano pronti ad occupare anche il porto di Genova, chiedono di favorire gli investimenti sulla flotta (ammodernamento e cambio motori); politiche giovanili ed inserimento del lavoro del pescatore quale lavoro usurante; la revisione completa del sistema controlli divenuto inaccettabile con l’introduzione a bordo delle telecamere (a bordo delle barche sono già presenti strumenti di controllo adeguati che consentono alle capitanerie di verificare l’esatta posizione delle imbarcazioni in tempo reale); la revisione del Piano d’Azione adottato un anno fa dalla Commissione Ue su proposta di Virginijus Sinkevičius, (Commissario europeo che ha come obbiettivo la chiusura di ulteriori porzioni di mare sottraendole alle attività di pesca); la riforma della tassazione dei prodotti energetici2 per evitare il rischio di aumenti insostenibile del costo del gasolio; l' estensione anche alla pesca marittima il regime speciale IVA per i produttori agricoli; la conferma del Credito di Imposta per l’acquisto di carburanti; il monitoraggio del via libero definitivo di un piano di gestione per la pesca del novellame di pesca azzurro in Liguria ancora oggi in attesa di approvazione da parte della Commissione Ue; conferme per il piano di gestione per la pesca del rossetto nelle acque dei compartimenti marittimi della Liguria; disposizioni varie in materia di elenchi delle unità autorizzate alla pesca nelle diverse GSA in funzione delle diverse specie target e dei differenti sistemi di pesca (vedasi gambero viola); e la disciplina della pesca del pesce spada e del tonno rosso, temi sui quali al Masaaf sono già depositate le proposte di Legacoop.
IL COMMENTO
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