Cronaca

Sow, arrivato in Italia con un barcone, aveva trovato lavoro come lavapiatti nel ristorante in cui lavorava Neza. I due avevano intrapreso una relazione che in seguito la donna aveva troncato
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SAVONA - È stato condannato all'ergastolo Safayou Sow, il 27enne che nel maggio 2023 uccise la ex compagna Danjela Neza a Savona con un colpo di pistola.

Questa mattina, nell'aula magna del tribunale savonese, davanti alla Corte d'Assise il pm ha invocato tre circostanze aggravanti (relazione affettiva, premeditazione e futili motivi) ma non ha chiesto l'ergastolo ricordando che Sow si consegnò spontaneamente alle forze dell'ordine (fu lui a chiamare il 112) e che in seguito ha collaborato con gli inquirenti fornendo loro la password del cellulare della vittima (che conteneva la registrazione audio degli ultimi istanti di vita della donna).

Il giudice ha comunque deciso di condannarlo all'ergastolo che con le aggravanti della premeditazione, futili motivi e relazione affettiva.

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Sow, arrivato in Italia con un barcone, aveva trovato lavoro come lavapiatti nel ristorante in cui lavorava Neza. I due avevano intrapreso una relazione che in seguito la donna aveva troncato. A quel punto l'uomo aveva ripetutamente chiesto alla ragazza di lasciare il posto di lavoro per non vederla più, arrivando a ricattarla con delle immagini.

Prima dell'omicidio, Sow aveva compiuto ricerche sul web su come usare una pistola e si era procurato una semiautomatica calibro 22 con la matricola abrasa. Poi aveva dato appuntamento alla donna nei giardini accanto alla stazione: una volta lì, aveva preso l'arma dall'automobile e fatto fuoco colpendola due volte alla testa.

Come mai teneva con sé un'arma da fuoco? Dove l'aveva trovata? Il giovane avrebbe dichiarato di aver trovato l'arma, una calibro 22, in un giardinetto vicino al lungomare savonese. L'arma in verità sarebbe un assemblaggio di pezzi di altre armi. L'uomo avrebbe infatti parlato di minacce di morte nei suoi confronti, motivo per cui teneva in auto l'arma. Avrebbe anche provato a chiedere il porto d'armi, permesso che gli sarebbe stato negato.