Cronaca

L'ex ministro del governo Berlusconi: "Il giorno dopo il crollo sarebbero partiti i lavori per la Gronda di Genova". E ricorda di un viadotto deteriorato abbattuto e ricostruito in tre anni sulla Parma mare
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GENOVA - "In cinque anni da ministro delle Infrastrutture non ho mai sentito parlare del viadotto Polcevera".
Lo ha detto al processo Morandi l'ex ministro Pietro Lunardi che nel governo Berlusconi è stato titolare dal 2001 al 2006 del dicastero che si occupava della rete autostradale.



L'ingegnere, oggi 84 anni, è stato convocato in veste di teste da due imputati, l'architetto Mauro Coletta, direttore generale per il controllo sulle concessioni autostradali al Mit, e Pierluigi Ceseri, ex amministratore delegato per due anni e direttore generale di Aspi degli anni '90.

In aula Lunardi ha detto anche che il giorno dopo il crollo del 14 agosto 2018 "sarebbero dovuti partire i lavori per la Gronda di Genova", aggiungendo che lui ha lavorato anche in un'importante opera di Genova: lo scolmatore del Bisagno.

Lunardi ha anche ricordato un'emergenza che aveva affrontato da ministro sulla autostrada Parma Mare che ricorda la tragedia del Morandi, "c'era un ponte unico con carreggiate sovrapposte che aveva dato segnali di debolezza e provocato preoccupazioni, il gruppo Gavio concessionario, informò l'ufficio periferico di Genova che avvisò Roma che ha avvisato me, in qualità di ministro, non ricordo se era Coletta il funzionario del Mit, ma quando mi parlarono di un viadotto con segni di stanchezza, da dove si erano staccati pezzi di calcestruzzo, ordinai subito di abbattere il ponte e vennero fatte due nuove carreggiate, una a fianco all'altra, in due o tre anni si risolse, sarebbe accadere così anche per il Morandi".