Era il 17 gennaio del 2014 quando il treno Intercity 660 Milano-Ventimiglia deragliò a Capo Rollo di Andora (tra Andora e Cervo) a causa della caduta di oltre duemila metri cubi di terra e rocce dovuta al crollo di una terrazza adibita a parcheggio costruita sopra la ferrovia. Il convoglio rimase in bilico a picco sul mare. Al momento del deragliamento nel treno erano presenti circa 200 passeggeri. L'incidente causò due feriti gravi e tre contusi oltre ai danni all'infrastruttura (quantificati in circa 500mila euro) e al materiale rotabile (circa 700mila euro).
Il locomotore e la prima carrozza restarono in bilico sullo strapiombo trattenuti da un muretto. La rimozione del locomotore risultò particolarmente difficile tanto che fu necessario l'intervento di una gru su chiatta galleggiante. La linea ferroviaria rimase interrotta per 40 giorni e il ponente da questo punto di vista rimase isolato.
Nel marzo 2020 l'inchiesta portò alla condanna di tre persone: due anni di carcere per il costruttore Damiano Bonomi e il tecnico Giovanni Bosi, 20 mesi per Franco Dagnino, ex dirigente della Ferservizi Spa. I tre, accusati di disastro ferroviario, frana e crollo colposo, furono assolti in appello con formula piena.
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IL COMMENTO
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