SANREMO - Si è svolto oggi nel carcere di valle Armea a Sanremo (Imperia), un sopralluogo nella cella dove il 22 novembre scorso è stato massacrato di botte da due detenuti Alberto Scagni, 42 anni, il genovese condannato a 24 anni e 6 mesi di reclusione per l'omicidio della sorella Alice, avvenuto il primo maggio del 2022.
All'incidente probatorio erano presenti il pubblico ministero Veronica Meglio di Imperia, con la polizia scientifica e i due legali del quarantaduenne: Mirko Bettoli e Alberto Caselli Lapeschi. Obiettivo del sopralluogo: "fotografare" lo stato dei luoghi dopo l'aggressione, per capire la dinamica, quali oggetti sono stati usati per colpirlo e i danni.
Era, infatti, emerso che i due magrebini autori dell'aggressione, già trasferiti di carcere e accusati di tentato omicidio e sequestro di persona, non solo lo hanno assalito con calci e pugni, ma anche a colpi di sgabello ed hanno pure utilizzato le gambe del tavolo come bastoni. Inoltre, sarebbero riusciti a ricavare delle lame rudimentali dalle bombole del gas da campeggio utilizzate per cucinare. Avrebbero inoltre danneggiato anche altre due celle dove la polizia penitenziaria li ha trasferiti subito dopo aver tratto in salvo il detenuto. Scagni è ancora intubato e ricoverato in coma farmacologico all'ospedale Borea di Sanremo.
I suoi legali hanno presentato un esposto alla procura chiedendo accertamenti per capire come mai non sia stato messo in isolamento dopo avere subito una prima aggressione nel carcere genovese di Marassi. Da Genova ai legali è stato scritto che è in corso "una indagine interna e non possiamo dire chi era il compagno di cella né quanti giorni sia stato in infermeria".
IL COMMENTO
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