Cronaca

Sollevati i familiari delle vittime, ora veloci verso il dibattimento
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GENOVA - E' stata rigettata dalla Cassazione l'istanza per la ricusazione della giudice dell'udienza preliminare Paola Faggioni, nell'ambito del processo Morandi. A presentare il ricorso erano stati i legali di otto indagati, tra cui l'ex amministratore delegato di Autostrade Giovanni Castellucci. Faggioni, infatti, era intervenuta nell'ambito di un filone d'inchiesta parallelo a quello del crollo del ponte dedicato ai pannelli fonoassorbenti e in quell'occasione aveva chiesto e ottenuto gli arresti domiciliari per Castellucci: secondo i legali della difesa, con quel provvedimento la giudice avrebbe già espresso una valutazione complessiva sull'operato di Autostrade, fatto che viene ritenuto come una prova della mancanza di 'equanimità'. 

Per questo motivo, era stato presentato un primo ricorso, respinto dalla Corte di Appello di Genova. Così gli avvocati della difesa hanno presentato il ricorso in Cassazione, ma a dicembre si è stabilito che il tempo che sarebbe intercorso non avrebbe inciso sui tempi della prescrizione. 

La notizia era attesa dai familiari delle vittime di Ponte Morandi, fiduciosi nella giustizia e nella magistratura. Adesso, dopo l'udienza preliminare prevista per il 28 di gennaio, il dibattimento vero e proprio potrà iniziare senza 'escamotage' per prendere tempo o altre sorprese. "Si può partire finalmente, siamo molto contenti e sollevati che si possa procedere senza intoppi", commenta Egle Possetti, presidente del comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi.

"Penso che se qualcuno avesse la possibilità di dimostrare di essere estraneo al crollo di Ponte Morandi o comunque di non avere delle responsabilità, dovrebbe non vedere l'ora di portare avanti il processo"

"Poi sicuramente c'è indagato e indagato e non tutti gli imputati ragionano allo stesso modo. Adesso guardiamo con fiducia ai prossimi appuntamenti". E intanto il comitato è stato escluso dalle parti civili, poiché si è costituito in un momento successivo al crollo di Ponte Morandi. Un controsenso che però è inserito nelle normative, ma che i parenti delle vittime sperano di poter cambiare se non per loro almeno per il futuro. "Come ben sapete noi cerchiamo di dare il nostro piccolo e misero contributo per cercare di cambiare un po' le cose, dopo che abbiamo visto sulla nostra pelle situazioni negative e controproducenti. Ragioneremo sulla richiesta di poter presentare un'istanza, ma intanto ricordo che è sul tavolo il nostro disegno di legge a cui teniamo molto e che speriamo possa venire approvato". 

Il loro legale Raffaele Caruso continuerà a prendere parte al procedimento come avvocato di cittadini e aziende del Comitato Zona Arancione Ponte Morandi, mentre sul fatto che il comitato dei parenti sia stato escluso è, secondo Caruso, "un'interpretazione dei principi intrisa di un formalismo di cui mi pare che molti abbiano colto l’ingiustizia". 

 

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