Cronaca

Il numero tre di Aspi dice di "non parlare di manutenzione" ma di "riqualificazione", così a pagare sarebbe stato il Mit e non autostrade. Oggi terzo giorno di esame del progettista di Spea De Angelis che smentisce altro imputato su certificazione progetto
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GENOVA - Nella terza giornata di udienza dell'interrogatorio all'imputato co-progettista di Spea Emanuele De Angelis a fare rumore in aula al processo Morandi sono gli audio registrati di nascosto da un altro imputato, il progettista incaricato del retrofitting Massimiliano Giacobbi. 

La Guardia di Finanza titolare delle indagini ha scovato sul telefonino dell'imputato un audio del 5 luglio 2017 in cui si sente il vocione autoritario di Michele Donferri Mitelli, numero tre di Aspi e fra i principali imputati, che impartisce ordini allo stesso De Angelis affinché l’intervento alle pile 9 e 10 del viadotto Morandi venisse classificato come “miglioramento” e non come “manutenzione”. “In nessun documento dovrai parlare di manutenzione”, ordina Donferri con il suo marcato accento romanesco.

E' la conferma di quanto dice sempre la procura: la logica di fondo che muoveva Aspi e che ha portato al crollo del 14 agosto 2018 costato la vita a 43 persone era quella del massimo profitto a scapito delle manutenzioni necessarie. Rinviando sempre i lavori si sarebbe poi dovuto intervenire con interventi strutturali definiti di "miglioramento" che al contrario della manutenzione non  spettavano ad Aspi ma erano a carico del Ministero delle Infrastrutture, dello Stato.

E mette i brividi scoprire che Aspi rinviava le manutenzioni del Morandi con la consapevolezza che questo continui posticipi potevano essere rischiosi, un azzardo sulla vita degli utenti che transitavano sul viadotto, come conferma il catalogo dei rischi in cui dal 2013 era stato inserito il crollo viadotto Polcevera per ritardati interventi di manutenzione.

All'inizio dell'udienza, a conferma che gli esami degli imputati possono fornire molte sorprese, De Angelis ha smentito un altro imputato, Bandini di Aspi, che nei giorni scorsi aveva detto non avere certificato il progetto di retrofitting del ponte ma di avere solo dato un parere. Ha detto De Angelis: "Donferri disse a Bandini che doveva occuparsi della verifica ad eccezione degli stralli, e lui accettò".

Le incalzanti domande dei pm Cotugno e Airoldi a De Angelis sembrano spaventare gli altri imputati: al termine dell'udienza di oggi due tecnici Spea sotto accusa, i coprogettisti Lucio Ferretti Torricelli e Massimiliano Giacobbi, hanno riferito che rinunceranno all'esame, mentre un terzo imputato, Maurizio Ceneri, responsabile ufficio collaudi e controlli Spea, che per i pm aveva il compito di ammorbidire i report, ci sta ripensando. 

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