Cronaca

Oggi si conclude l'infinito esame del progettista Spea De Angelis che sotto l'incalzare delle domande dei magistrati è stato costretto a chiedere una pausa, per questo gli imputati Giacobbi, Ceneri e Ferretti stanno pensando a revocare consenso all'esame
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GENOVA - Al processo per la tragedia di Ponte Morandi ha lasciato il segno il durissimo interrogatorio fiume della scorsa settimana che dovrebbe - ma il condizionale è d'obbligo - concludersi oggi di Emanuele De Angelis, di Spea (nella foto con il suo legale Massimo Ceresa Gastaldo durante l'appello), firmatario del progetto di riparazione delle due pile ammalorate del viadotto che il 14 agosto 2018 hanno provocato la morte di 43 persone. Altri tre imputati dei 19 su un totale di 58 che avevano chiesto di farsi interrogare in aula dopo la raffica di domande dei magistrati e del giudici che hanno fatto vacillare più volte De Angelis, costretto anche a chiedere un pausa, potrebbero decidere di non sottoporsi all'esame.

I tre imputati che oggi scioglieranno la riserva sono tutti e tre di Spea, si tratta di due coprogettisti Lucio Ferretti Torricelli (Responsabile opere d’arte Spea) e Massimiliano Giacobbi (responsabile divisione esercizio e nuove attività Spea, uno degli imputati che registrava le riunioni di lavoro) e di Maurizio Ceneri (responsabile ufficio collaudi e controlli Spea, che per i pm aveva il compito di ammorbidire i report).

L’esame di De Angelis proseguirà dalle 10 con altre domande dei pm Walter Cotugno e Marco Airoldi e con l’esame da parte del suo avvocato Massimo Ceresa Gastaldo, genovese, professore ordinario che insegna diritto processuale alla Bocconi di Milano, fra altro legale di altri imputati Spea come Massimiliano Giacobbi.

La parte più aspra degli esami della scorsa settimana a cui è stato sottoposto De Angelis è stata nel pomeriggio di mercoledì quando il pm Cotugno parlando di alcuni calcoli dell'imputato nel redigere il progetto di fronte ai suoi tentennamenti ha detto, "qua sono morte 43 persone per questo calcolo", frase che ha suscitato la reazione sdegnata di tutti gli avvocati difensori presenti in aula e del presidente del collegio giudicante Paolo Lepri.

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