Cronaca

Il pubblico ministero Patrizia Petruzziello, insieme al procuratore Francesco Pinto, aveva chiesto il processo per 31 persone, tra cui il fondatore della società Fogliani, la moglie Luciana Calabria e le figlie Serena e Chiara Fogliani
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GENOVA - Sono oltre tremila le persone e le aziende che hanno chiesto di costituirsi parte civile nell'udienza preliminare per il crack della Qui!Group, la società di buoni pasto fondata da Gregorio Fogliani e fallita con un passivo di 600 milioni di euro.

Il pubblico ministero Patrizia Petruzziello, insieme al procuratore Francesco Pinto, aveva chiesto il processo per 31 persone, tra cui il fondatore della società Fogliani, la moglie Luciana Calabria e le figlie Serena e Chiara Fogliani. Il patron di Qui!Group era stato arrestato a luglio 2019. Le indagini erano partite dal fallimento del colosso dei buoni pasto nel 2018 quando il passivo della società aveva raggiunto i 600 milioni.

"Si tratta di una piccola Parmalat. È uno dei più grandi crack d'Italia" aveva detto il procuratore aggiunto Francesco Pinto.

Le indagini sono iniziate cinque anni fa, quando il gruppo aveva già un debito di centinaia di milioni ed aveva già dichiarato fallimento. Tra i creditori c'erano dipendenti, ma soprattutto migliaia di ristoranti, bar e supermercati che avevano erogato cibo e prodotti, accettando i buoni pasto firmati Qui! group. 

Tra i creditori c'erano i dipendenti ma soprattutto migliaia di ristoranti, bar e supermercati che avevano erogato cibo e prodotti con i buoni pasto. Fogliani aveva anche ottenuto un appalto della Consip per fornire i ticket ai dipendenti pubblici. Dopo Qui!Group erano via via fallite le altre società collegate, come la Pasticceria Svizzera e il bar Moody. I reati contestati sono bancarotta fraudolenta, riciclaggio, truffa aggravata e autoriciclaggio.

Secondo l'accusa la famiglia avrebbe spogliato la società sottraendo i soldi per spese personali, come una maxi villa in Versilia e il matrimonio da favola di una delle figlie e per alimentare le casse di Azzurra 95. Il giudice si è riservato di decidere sull'ammissibilità delle varie parti civili e ha rinviato l'udienza al primo dicembre anche perché l'avvocato di Fogliani, Giuseppe Iannaccone, ha dismesso il mandato. Alla prossima udienza dovrebbero essere discusse le proposte di patteggiamento per 16 dei 31 imputati.