Cronaca

Contemporaneamente alla conferenza stampa di Piantedosi il governatore di Regione Liguria, oggi a Torino, ha parlato della possibile allocazione del centro, rinnovando la sua disponibilità e indicando le alture di Albenga come possibile luogo
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VENTIMIGLIA - "Un Centro di permanenza per il rimpatrio si farà in Liguria ma non sarà a Ventimiglia. A breve inizieranno i lavori". Sono le parole del ministro degli Interni Matteo Piantedosi dopo la sua visita a Imperia in Prefettura, dove ha partecipato al comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza sulla delicata situazione che sta vivendo la città di Ventimiglia a causa dell'incessante flusso migratorio.

"Siamo qui perché prendiamo consapevolezza del problema dei flussi migratori - ha spiegato il ministro -. La situazione la conoscete, soprattutto a Ventimiglia: la mia visita è stata programmata per toccare con mano quello che sta accadendo e per capire direttamente dalle parole degli amministratori locali".

Contemporaneamente alla conferenza stampa di Piantedosi il governatore di Regione Liguria, oggi a Torino, ha parlato della possibile locazione del centro, rinnovando la sua disponibilità. "Ritengo che il ministero degli Interni, la Prefettura, e gli organi competenti abbiano più capacità di programmazione per individuare il luogo più adatto e che risponda ai requisiti di sicurezza richiesti". Alla domanda se il Cpr possa venir allestito a Ventimiglia o comunque alla frontiera con la Francia, Toti ha aggiunto:

"Non lo so, non mi pare, forse si stanno considerando altre zone come l'entroterra di Albenga".

"C'è bisogno anche dei Cpr, perché ci sono stati casi di cronaca questa estate che ne segnalano la necessità: alcuni stranieri che hanno commesso un omicidio e, nel ricostruirne la storia, si è visto che erano stati oggetti di precedenti espulsioni a cui si erano sottratti per carenza di posti nei Cpr". Malgrado la contrarietà di una parte di Ventimiglia e anche dei sindacati alla realizzazione di un Cpr per trattenere i migranti irregolari, il ministro Piantedosi ha sottolineato la necessità di queste strutture accanto a quelle di accoglienza.

"Confidiamo che la disponibilità di accoglienza possa essere sufficiente a togliere le persone dalla strada - ha detto -. Per quanto riguarda il Cpr, come ho spiegato anche ai sindacati, che dicono 'non ci vuole quello, ci vuole questo' rispondo che ci vuole tutto. Nei Cpr vengono trattenuti gli immigrati irregolari, che hanno commesso reati o hanno manifestato condizioni di pericolosità. Vengono trattenuti lì per provvedimento convalidato dall'autorità giudiziaria. Poi possono sottrarsi da quella condizione se collaborano con l'identificazione. L'interessato può uscirne in poche ore se si lascia identificare ai fini del rimpatrio"

Il ministro ha anche parlato dell'arrivo di nuove unità di forze dell'ordine: "Abbiamo guardato gli aspetti solidi, le richieste di aiuto anche sottoforma di maggiori risorse e fondi. Chiaramente proseguirà l'impegno del Governo assunto all'inizio dell'anno. Per questo per la provincia di Imperia sono destinate, entro la fine dell'anno, tra polizia carabinieri e finanza, almeno 53 unità ex novo, di cui 42 al netto delle entrate e delle uscite".

La giornata ligure del ministro è iniziata nella città di confine. A pochi minuti dall'arrivo in piazza del Comune a Ventimiglia del ministro dell'Interno si è accesa la protesta. Alcuni attivisti dell'associazione "Non una di meno" hanno mostrato uno striscione con su scritto "Tutte senza frontiere" mentre alcuni attivisti di sinistra contestano l'apertura dei centri per il rimpatrio. L'ipotesi, ora sempre di più una certezza, di aprire un Cpr a Ventimiglia ha diviso la città con il centrosinistra che chiede un centro transitorio anziché di permanenza e rimpatrio.

"I Cpr servono, d'altronde sono stato votato tre mesi fa e i ventimigliesi sapevano che io volevo aprirlo. Servono strutture diversificate che dovranno essere aperte da qui alle prossime settimane, soprattutto in vista dell'inverno" ha commentato a Primocanale il sindaco di Ventimiglia Flavio Di Muro.

Nei Cpr vengono reclusi gli stranieri per cui non è possibile eseguire "con immediatezza l'espulsione mediante accompagnamento alla frontiera o il respingimento a causa di situazioni transitorie che ostacolano la preparazione del rimpatrio o l'effettuazione dell'allontanamento. Per lo straniero il questore dispone la reclusione per il tempo strettamente necessario presso il centro di permanenza per i rimpatri più vicino, tra quelli individuati o costituiti con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze", si legge sul sito della Camera dei Deputati. "In tali strutture lo straniero deve essere trattenuto con modalità tali da assicurare la necessaria assistenza ed il pieno rispetto della sua dignità. Il trattenimento è disposto con provvedimento del questore per un periodo di 30 giorni, prorogabile fino ad un massimo di 90 giorni. In casi particolari il periodo di trattenimento può essere prolungato di altri 30 giorni".

Una giornata che i ventimigliesi hanno atteso da anni (quasi 10). I disagi, che quotidianamente devono affrontare, vanno dalla presenza, non gestita, di centinaia di migranti in ogni angolo della città, in particolare alle Gianchette, alla stazione ferroviaria, ai giardinetti pubblici e lungo il litorale e ad una micro-criminalità sempre più diffusa come risse, furti, spaccio di droga, e prostituzione.

Non meno incisivo, il comportamento della Francia che, a suon di respingimenti, (non meno di 100 al giorno) contribuisce a creare malcontento, disagio e confusione. I numeri di Ventimiglia, in questo momento sono chiari: 500/ 600 migranti in città di cui 200, all'incirca, quotidianamente,  passano in Caritas per fare colazione, pranzare, vestirsi e lavarsi, 2 strutture di accoglienza ( soggetta a turn over) per un massimo di una 30 di soggetti fragili (mamme, bambini, donne incinte), e numerose associazioni di volontariato che garantiscono, per quanto possibile, i servizi basilari.

Piantedosi, in più occasioni, ha dichiarato che per Ventimiglia è necessario un Centro di permanenza e rimpatrio ma, per la maggior parte dei ventimigliesi, gruppi di minoranza in consiglio comunale compresi, non è la soluzione migliore, anzi. " Ventimiglia - hanno infatti detto e scritto più volte - non vuole una sorta di area detentiva ma, un centro di identificazione poiché il Cpr non risolverebbe il problema dei migranti costretti a dormire e bivaccare per strada"

L'ex sindaco Gaetano Scullino, per esempio, ha ricordato che durante il suo mandato e in occasione della visita del Prefetto Di Bari, aveva individuato un 'area, in frazione Mortola Superiore, perfetta per questo tipo di progetto. "Non vogliono stare a Ventimiglia - ha ribadito infatti l'ex sindaco ora consigliere di minoranza - ma andare in Francia o nel Nord Europa. Ventimiglia è semplicemente un passaggio" Un passaggio che, doveroso ricordarlo, la città sta pagando però a caro prezzo.

"Il CPR per noi non è una soluzione ottimale: difficile gestire rimpatri di persone di cui non si conosce l’identità e troppo lungo il periodo di permanenza in questi luoghi di “detenzione”. Il Ministro ci ha rassicurati sul fatto che come risposta umanitaria verranno ampliati i Punti di Accoglienza Diffusa a cui potranno accedere le persone giudicate vulnerabili: donne, minori, ragazzi. Per tutte gli altri migranti in difficoltà, ribadiamo, occorrono risposte diverse da un Cpr che tengano anche conto che Ventimiglia è una città che vive di turismo, di commercio, di lavoro frontaliero”, spiega Antonietta Pistocco, segretaria provinciale Cisl Imperia.

La visita del ministro Piantedosi rappresenta comunque un ottimo risultato o, per lo meno, dimostra l'interesse, si spera non si limiti ad un pro-forma, di Roma verso la città di confine ormai stremata ma soprattutto delusa dalle tante parole e dai pochi fatti. Tuttavia, un fatto, nelle ultime ore ha fatto parlare di sè: il presidio delle forze dell'ordine in zona Gianchette. Per i più, rappresenta una sorta di vetrina in occasione della visita di Piantedosi e tempo due giorni tornerà tutto come prima. 

"Le situazioni - dicono in molti - vanno esaminate per quello che sono senza essere alterate. Speriamo che il presidio  continui ad essere operativo anche dopo la visita del Ministro. Vediamo che succede e soprattutto cosa propone per la nostra città".

 

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