GENOVA - "Come Regione Liguria, Comune di Genova e Filse ci siamo costituiti parti civili per chiedere i danni subiti a causa della tragedia di ponte Morandi e in aula sono emerse le tante attività svolte, compreso gli aiuti agli sfollati, che a mio avviso è giusto che ci siano riconosciuti".
A parlare con Primocanale è l'avvocato Alessandra Mereu (nella foto), legale del Comune di Genova, della Regione Liguria e della Filse (la finanziaria della regione Liguria), tre enti che oggi con i loro rappresentanti (il capo di gabinetto di Tursi Marco Speciale, il vicedirettore della Regione Liguria Iacopo Avegno, nella foto in basso a sinistra, e Giorgio Velati, nella foto in basso a destra) hanno illustrato in aula davanti ai giudici del processo per la tragedia del 14 agosto 2018 il grande sforzo sostenuto per rialzarsi dopo il disastro "L'immagine del nostro territorio è stata ferita come confermano le notizie dei mass media che hanno diffuso in tutto il mondo gli effetti del crollo su Genova e sulla Liguria, rimaste isolate per mesi. Il giudice penale può condannare a una provvisionale per la parte di danno che dovesse ritenere già raggiunta in sede penale e poi si può adire il giudice civile per la definizione complessiva del danno" conclude Mereu.
Marco Speciale in aula ha riferito l'impegno del Comune che ha coinvolto tutti gli uffici, dalla polizia municipale per la gestione della viabilità ai servizi sociali, dalla protezione civile agli uffici per la casa per dare assistenza alle persone, in particolare agli sfollati allo studio di una viabilità alternativa in emergenza prima che venisse realizzato il collegamento della Superba”.
Iacopo Avegno invece davanti ai giudici ha sottolineato il lavoro della Regione Liguria: "Abbiamo effettuato una campagna di comunicazione costata 750mila euro perchè dopo tragedia i mass media descrivevano Genova come una città distrutta".
IL COMMENTO
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