Cronaca

L'ultimo teste dei pm conferma: "Rispettando le normative crollo evitabile". Sale attesa per interrogatori imputati
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GENOVA -Finiti i testi dell'accusa al processo Morandi è stato il giorno di Regione Liguria e Comune di Genova: i due enti in aula hanno chiesto il risarcimento per i danni dell'immagine deturpata in tutto il mondo dal crollo del Polcevera.

In aula il capo di gabinetto di Tursi Marco Speciale e il vicedirettore della Regione Liguria Iacopo Avegno hanno raccontato il grande sforzo e le spese sostenute per ricostruire la viabilità e l'immagine del territorio. Ha parlato anche Giorgio Velati, di Filse, la finanziaria della regione che ha subito danni ai locali dell'incubatore d'imprese adiacente al ponte. Tutti hanno chiesto di quantificare i risarcimenti che andranno aggiunti a quelli anticipati dallo Stato con il Decreto Genova per fare ripartire in tempi rapidi città e regione.

In aula anche l'ultima teste dell'accusa, Maria Lucia Conti, ex dirigente del Mit, il Ministro delle infrastrutture e Trasporti, che si occupava di strade e non di autostrade ma che ha sottolineato che fosse stata applicata la circolare del 1967 che impone controlli stringenti ogni tre mesi anche per Aspi il ponte non sarebbe crollato.
 
Conti ha aggiunto che l'organo tecnico, il Cta o il Consiglio superiore lavori pubblici, nel dare il proprio parere su un progetto descrivendo una struttura come 'discreta' dovrebbe dare contemporaneamente una prescrizione per limitarne l'uso perché come Stato occorre garantire che una struttura sia in buone condizioni".

Lo sguardo degli addetti ai lavori del grande processo intanto va già a lunedì 18 settembre quando in aula cominceranno a sfilare gli imputati che hanno accettato l'esame con i pm. Si comincia con tre dipendenti del ministero, poi si procederà con due testi al giorno. Unica pausa, le udienze dal 25 al 27 settembre che coincidono con il Salone Nautico perché gli avvocati faticano a trovare un posto letto negli hotel.

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