Politica

Gli imputati che hanno accettato di rispondere alle domande dei magistrati diminuiscono con il passare dei giorni: da 22 sono passati a 19. Nove di questi non hanno mai reso dichiarazioni agli inquirenti
1 minuto e 32 secondi di lettura

GEBNOVA - Si avvicina l'ora x, fissata per lunedì 18 settembre, in cui devono parlare in aula accettando di rispondere alle domande dei magistrati e dei giudici e il numero degli imputati alla sbarra per la tragedia di ponte Morandi che hanno dato l'assenso all'esame si assottiglia sempre di più.

Da 22 sono scesi a 19. Di questi solo nove non hanno mai reso neppure una dichiarazione agli inquirenti.

La conferma che l'impianto accusatorio è strutturato. Molti imputati accetteranno di rendere dichiarazioni, ma rifiutarono di rispondere alle domande. Questione anche di strategie difensive, come spiegano i legali degli imputati che non parleranno.

E' quanto emerso alla ripresa del processo Morandi dove oggi ha parlato il penultimo teste dell'accusa, Michele Di Napoli, ingegnere di Autostrade per l'Italia che dal 1997 si occupa della sorveglianza visiva della rete effettuando con il suo ufficio interventi di monitoraggio e di progettazione in caso di smottamenti o frane.

Il teste ha ricostruito nei dettagli gli organigrammi e le competenze del suo ufficio nel corso degli anni. L'interesse dei pm è indirizzato a precisare le responsabilità dei suoi dirigenti finiti nella lunga lista degli imputati: Camomilla, Malgarini, Di Taddeo, Mollo, Bergamo, Donferri Mitelli e Frazzica.

Di Napoli, teste ritenuto molto importante dall'accusa, ha ribadito che sino al 2008 il monitoraggio e la manutenzione più importanti erano gestiti dalla direzione generale di Autostrade e i tronchi decentrati potevano occuparsi solo di manutenzione ordinaria per appalti minori.

Il teste ha ribadito che "il viadotto Polcevera per la particolarità di progettazione, ma anche per la notorietà del costruttore e le dimensioni, era definito il Colosseo dei ponti, l'opera più importante di Autostrade, per questo era più controllata".

Di Napoli ha anche parlato del suo coinvolgimento, nel 2015, nel catalogo dei rischi di Aspi, sottolineando che i due rischi potenzialmente più impattanti dell'intera rete erano la possibile eruzione del Vesuvio e appunto il crollo del Polcevera".

ARTICOLI CORRELATI

Lunedì 14 Agosto 2023

I nomi e le storie delle 43 vittime di ponte Morandi, per non dimenticare

Il crollo di ponte Morandi delle ore 11,36 ha spezzato in un attimo la vita di 43 persone. Cinque anni dopo la tragedia il ricordo è per loro. Primocanale dedica una giornata per non dimenticare chi ha perso la vita e per stare vicino ai parenti: 43 vittime ancora in attesa di giustizia.Il più picco