GENOVA - Oggi la prima udienza del processo in Corte d'Assise d'appello per Roberta Repetto, agente immobiliare e insegnante di yoga morta a causa delle metastasi di un melanoma il 9 ottobre 2020 dopo essere stata operata, per togliere un neo, su un tavolo da cucina del centro olistico Anidra di Borzonasca.
Secondo le indagini, alla ragazza, che frequentava il centro, il medico, Paolo Oneda, aveva asportato il neo operando nell'agriturismo gestito dal 'santone' Vincenzo Paolo Bendinelli, senza i dovuti accertamenti istologici. L'intervento sarebbe avvenuto su un tavolo da cucina, senza rispettare norme igieniche per la chirurgia, senza alcuna anestesia.
La stessa operazione faceva parte, così avevano detto alla donna, di un processo di "purificazione spirituale" Dopo solo un anno e mezzo era stata ricoverata all'ospedale San Martino per una gravissima forma di tumore della pelle, ormai in metastasi. Per lei non c'era stato niente da fare.
La vittima si era avvicinata al Centro e alle scienze olistiche già da molti anni, in quel luogo aveva anche celebrato il suo matrimonio e vi insegnava Yoga e Thai chi chuan. Raccontano i conoscenti che prima di avvicinarsi al Centro Anidra di Borzonasca aveva avuto una regolare vita sociale, venendo poi gradualmente assorbita da quell’ambiente, allontanandosi dagli affetti ed abbracciando totalmente gli insegnamenti del "maestro".
Il "santone" e il medico "sottovalutarono gravemente le condizioni di Roberta Repetto", ma quella morte non fu voluta, non ci fu dolo. È quanto ha scritto il giudice per l'udienza preliminare Alberto Lippini nelle motivazioni della sentenza di primo grado con cui ha condannato i due a tre anni e 4 mesi con rito abbreviato rispetto ai 14 e 16 anni chiesti. Era stata assolta invece la psicologa Paola Dora, compagna del medico Paolo Oneda e indagata nel filone d'indagine per violenza sessuale e circonvenzione di incapace, da cui sono stati assolti anche santone e medico.
IL COMMENTO
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