Cronaca

Con il fegato e i reni del sessantenne una speranza per tre pazienti in attesa di trapianto
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Anche in una tragedia immane come il suicidio di un sessantenne che si è tolto la vita dopo avere perso il posto di lavoro si può trovare un barlume di una speranza.

I familiari del muratore che ha cercato la morte lasciandosi travolgere da un treno quando hanno appreso che per il proprio congiunto non c'era più niente hanno deciso di acconsentire alla donazione degli organi.

Con la sua morte tre persone gravemente malate ora potranno sperare di avere un futuro migliore: i medici del centro trapianti di Genova hanno infatti prelevato il fegato e i due reni.

Il fegato è stato trapiantato a Genova, sempre a Genova è stato trapiantato un rene mentre l'altro rene è stato trasportato con una staffetta della polizia stradale e trapiantato a Udine, nel lontano Friuli.

Il tentato suicidio dell'uomo per avere perso il posto di lavoro ha commosso i genovesi come testimoniano le tante dimostrazioni di solidarietà e affetto nei sui confronti quando la notizia è stata rivelata da Primocanale.

L'uomo, 62 anni, residente in Valpolcevera, depresso per aveva perso il lavoro con cui ormai sperava di andare in pensione, aveva raggiunto la stazione Principe con una bicicletta. Quindi era entrato in una gallerie dirette verso Brignole: lí si era accucciato nel buio e all'arrivo del primo treno si era lasciato travolgere. Il macchinista aveva cercato di fermarsi, ma era stato inutile. Era stato soccorso dal 118 in gravissime condizioni, con lesioni alla testa.
Nello stesso tempo, allarmati perché consapevoli delle precarie condizioni psicologiche del congiunto, i familiari ne avevano denunciato la scomparsa alla polizia.

Da lì, dalle celle telefoniche a cui risultava agganciato il suo cellulare, si era scoperto che poteva essere fra i binari delle stazioni di Principe e di Brignole.