Cronaca

Lepri risponde all'allarme lanciato dal pm Cotugno. L'ispettore del Mit Migliorino in aula: "I report di Aspi non corrispondevano alle mie verifiche"
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GENOVA - Dopo l'allarme lanciato dal pm Cotugno sul rischio prescrizione per il processo della tragedia di ponte Morandi è arrivata immediata la risposta del presidente del collegio giudicante Paolo Lepri: "Il collegio ritiene che ciò che è stato detto ieri, quella specie di proclama sui tempi, sia particolarmente offensivo nei nostri confronti".

Il giudice Lepri ha aggiunto: "Quanto detto non è irrispettoso solo per questo collegio, ma per l'intero tribunale di Genova che ha molto investito su questo processo praticamente rendendo a zero i giudici monocratici. Se c'è preoccupazione sui tempi ne parliamo nel contraddittorio. I tempi sono influenzati anche dalle scelte processuali delle parti. Se ci sono 43 morti e molti feriti che aspettano una risposta, si fanno certe scelte sin dall'inizio, non si contestano milioni di falsi... Se qualcuno in quest'aula ritiene che le sentenze si fanno senza processi, non è così".

Oggi in aula è stato il giorno di Placido Migliorino, il super ispettore del ministero delle Infrastrutture che dopo la tragedia del Morandi, in nome della sicurezza, appena nominato responsabile del monitoraggio di ponti e viadotti delle autostrade Liguria dall'allora ministro Paola De Micheli, impose subito lavori a ritmo forsennato e di conseguenze cantieri e code sull'intero nodo di Genova e disagi. Disagi infiniti che, a suo dire, obbligati dalle precarie condizioni delle infrastrutture e che come disse nel 2021, dovrebbero durare almeno 5 anni, perché "la sicurezza non si può rimandare".

Migliorino in apertura della sua deposizione ha detto "che dopo la tragedia del 2018 le verifiche hanno avuto uno sviluppo diverso e un aumento esponenziale su input dei ministero".

L'ispettore del Mit ad una specifica domanda del pm Cotugno ha poi ammesso che quando è arrivato in Liguria non ha trovato riscontro di analoghe verifiche svolte sui report di Autostrade dal collega del Ministero delle Infrastrutture. Come a dire in Liguria nessuno verificava l'operato di Aspi e Spea.

Fra gli indagati, non a caso, c'è Carmine Testa, il "Migliorino ligure", responsabile dell’ufficio ispettivo territoriale (Uit) in Liguria del ministero dei Trasporti. Testa che in un'intercettazione del novembre 2018 per spiegare il suo operato diceva "ma il ministro lo sa bene che qui siamo quattro gatti!».

Migliorino stamane è stato incalzato dagli avvocati degli imputati, come l'avvocato Pierluigi Ciaramella, difensore di Testa che ha chiesto di mostrare in aula un video delle "Iene" che denunciavano l'ammaloramento dell'autostrada A24 di competenza dell'ispettore. Come a dire: chi è senza peccato scagli la prima pietra. Richiesta rigettata dal giudice Lepri.

Migliorino ha poi spiegato che alle prime verifiche svolte sul nodo di Genova ha accertato che i verbali dei report di Autostrade non corrispondevano alla reale situazione dei manufatti. "Io andavo nei cassoni", ha precisato Migliorino, aggiungendo poi che dalla verifiche effettuate sembrava che i monitoraggi effettuati da Aspi e Spea invece non venivano svolti con la stessa accuratezza, come d'altronde è emerso dall'indagine e dalle intercettazioni telefoniche.

L'ispettore Mit, che in alcune intercettazioni degli imputati di Autostrade era stato definito "il Mastino" per la sua perseveranza, è comunque la faccia onesta ed efficiente dello Stato, del Ministero delle Infrastrutture, che pure nella tragedia di ponte Morandi ha le sue colpe, non a casa alla sbarra ci sono anche suoi funzionari.


Migliorino che a svolgere funzioni da super ispettore è abituato, e che quando il cronista gli chiedeva perchè dopo tanti anni in cui nessuno ha fatto lavori in autostrada lui ha voluto farli partire tutti insieme con il risultato di mettere in ginocchio le strade e l'economia della Regione, lui rispondeva serafico, "perché sono da fare con urgenza".

Migliorino che sembra vestire perfettamente le vesti del super eroe o dell'agente modello di cui parlano i pm Terrile e Cotugno nella lunga memoria depositata prima di dicembre, "un agente modello del Mit di fronte a tanto degrado avrebbe adottato iniziative immediate e che sarebbero state tali da imporre immediati approfondimenti diagnostici, con la necessaria, conseguente e prolungata limitazione – se non sospensione – del traffico veicolare, provvedimenti che avrebbero evitato, o aumentato significativamente le probabilità di evitare, eventi quali quello verificatosi il 14 agosto 2018".

Nei suoi sopralluoghi nel nodo di Genova Migliorino non era stato tenero con Autostrade: "Per anni hanno dimenticato di svolgere gli interventi di manutenzione e si sono rifiutati di condividere ogni tipo di intervento con il Ministero dicendo che era di competenza esclusiva del concessionario. E così ora ci troviamo a questo punto e siamo in difficoltà. Speriamo soltanto che sia cambiato il modo di operare di Autostrade e che gli errori del passato non vengano più ripetuti".

Il super ispettore nelle sue ispezioni in solitaria nella rete autostradale genovese ha riscontrato fra l'altro criticità sui viadotti Fado e Pecetti della A26 e problemi di staticità in alcuni ponti della A6, nella carreggiata più vecchia, «pensata per un traffico completamente diverso rispetto a quello attuale". 

 

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