Cronaca

50 secondi di lettura

La procura di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio per Alberto Scagni, l'uomo accusato di avere ucciso la sorella Alice il 1° maggio dello scorso anno sotto casa a Genova Quinto. Il pubblico ministero Paola Crispo contesta l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà. Dopo l'omicidio era stato aperto un secondo fascicolo sulle presunte omissioni e sottovalutazioni degli allarmi lanciati dai familiari (assistiti dall'avvocato Fabio Anselmo): sono stati indagati due agenti e una dottoressa, interrogati nelle scorse settimane. Il giorno del delitto Scagni minacciò i familiari perché voleva dei soldi.

L'uomo (difeso dagli avvocati Elisa Brigandì e Maurizio Mascia) dopo la telefonata andò sotto casa della sorella Alice e la aspettò per diverse ore. Quando la donna uscì di casa la aggredì in strada davanti al portone colpendola con 19 coltellate. L'uomo è stato sottoposto a perizia psichiatrica.

Secondo Elvezio Pirfo, il perito del giudice per le indagini preliminari, Scagni è semi-infermo di mente ma capace di stare in giudizio. Il consulente della procura Giacomo Mongodi lo aveva definito pienamente capace.