Cronaca

Il drammatico retroscena del folle accoltellamento del Cep: il fermato, un paziente psichiatrico molto pericoloso, ha colpito la prima persona che ha visto scendere del bus e quando è stato trasferito al pronto soccorso del Galliera ha tentato di impossessarsi
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GENOVA -Ha sferrato una coltellata al primo passeggero che ha visto scendere dal bus e solo il provvidenziale intervento della compagna del ferito ha impedito che l'assalto si rivelasse letale.



Ma il ventisettenne che alle sei del mattina ha seminato il terrore in via della Benedicta, fra le casermone popolari del Cep di Pra', non si è fermato lì.

Una volta trasferito al pronto soccorso dell'ospedale Galliera per una ferita al piede, l'uomo, origini filippine ma nato in Italia, ha seminato il panico fra i ricoverati e tentato di strappare la pistola a uno dei poliziotti delle pattuglie sopraggiunte nel nosocomio.

Bloccato dagli agenti l'uomo, in condizioni psicologiche assai precarie, al limite della farneticazione, è stato a fatica sedato e trasferito e ricoverato in psichiatria con un tso, un  trattamento sanitario obbligatorio.

Gli agenti delle volanti guidate dal dirigente Teresa Canessa quando hanno sentito l'uomo nella sua infinita farneticazione dire fra l'altro che aveva ammazzato la sua famiglia hanno raggiunto e perquisito la sua abitazione, sempre al Cep, in via Due Dicembre.

Per fortuna i genitori stavano bene, ma dalle loro parole è emersa una storia, quella del figlio ventisettenne, di un giovane con gravi problemi psichiatrici che forse non era seguito in modo adeguato dai servizi sociali. Un ragazzo folle e pericoloso che avrebbe potuto uccidere la prima persona che gli è capitata davanti, senza un motivo, e che una volta nel pronto soccorso dell'ospedale Galliera non si è fermato neppure davanti alle divise degli agenti della polizia, a cui ha tentato di rubare la pistola.

Appena pochi mesi fa al Cep è avvenuto un omicidio da parte di un giovane squilibrato che ha ammazzato il padre-padrone e negli stessi giorni un altro uomo aveva picchiato l'anziana madre. Due fatti gravi che avevano sottolineato la carenza di servizi sociali e psichiatrici nella zona popolare, una periferia che ormai da anni è anche in attesa di un medico di base in sostituzione della storica dottoressa di famiglia andata in pensione.

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