Cronaca

Andrea, il primogenito della coppia si è costituito parte civile con il fratello: "Nostro padre da quando era stato lasciato non era più lui "
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GENOVA -"Mio padre non era più lui, era come impazzito. Ma uccidendo la mamma ha fatto una cosa troppo grave ed ora è giusto che paghi".



Ha la voce solo apparentemente calma Andrea Cannella, 31 anni, operaio, il maggiore dei due figli di Sebastiano, l'escavatorista di 58 anni che nel luglio dello scorso anno ha ucciso stringendole una corda del bucato al collo la moglie Marzia Bettino, 58 anni, la mamma di Andrea e di Alessandro, il più giovane dei fratelli.

Oggi Andrea ha rivisto per la prima volta il padre dopo l'omicidio, l'ha rivisto in corte di assise per la prima udienza del processo al padre, accusato di omicidio volontario: "Sì, ed è stato brutto vederlo sapendo che ha ucciso la mamma, pensavo di essere forte, pronto per rivederlo, e invece non è stato così...".

Di più non dice Andrea che ora sta cercando di dimenticare, ora che è appena diventato papà e vive con la sua famiglia e Alessandro nella casa dei genitori: "Mio figlio è nato pochi giorni fa - racconta - un momento che attendevo da sempre  che però non riesco a vivere con la gioia che meriterebbe, il nonno ha ucciso la nonna di mio figlio, per questo ho deciso di dargli il cognome della mamma e non il mio" rivela ancora il trentenne.

Difeso dall'avvocato Fabio Strata, l'assassino Sebastiano Cannella, oggi è comparso davanti ai giudici della Corte d'Assise presieduti da Massimo Cusatti.
A reggere l'accusa è il pm Federico Panichi.
Il primo passo dell'udienza è stato il no alla richiesta di rito abbreviato  e dunque di uno sconto di pena che per il giudice ha detto non si può applicare per una pena possibile del carcere a vita. Poi è stato deciso lo stralcio per Cannella dall'accusa della detenzione di un coltello di genere proibito. Quindi i giudici hanno sentito i testi del pm, i vicini di casa, i carabinieri arrivati per primi sulla scena del delitto, il medico di base della famiglia che ha ricordato di avere prescritto mesi prima a Cannella degli ansiolitici. L'assassino in quei giorni aveva litigato con un vicino perché convito fosse l'amante della moglie, come ha confermato in aula la moglie dell'uomo.
Alla base dell'omicidio, il classifico femminicidio, il fatto che Cannella non accettasse di essere lasciato. Proprio il giorno del delitto infatti era stato costretto a lasciare l'abitazione della sua famiglia per trasferirsi a vivere da solo in una dependance adiacente.
L'uomo ha ucciso la moglie stringendole al collo una corda, per il gip non c'è stata premeditazione, per il pm sì.
L'avvocato di Cannella Strata spiega perché il suo assistito non ha premeditato, "ha preso una delle tante corde presenti nella dependance..." e ha preannunciato che grazie alla perizia svolta dallo psichiatra forense Marco Lagazzi chiederà quanto meno la seminfermità del suo assistito, anche se il consulente dell'accusa Fato sostiene il contrario: "Canella quando ha ucciso era capace di intendere e di volere".
Conclusione che potrebbe costare all'escavatorista la pena dell'ergastolo.
Nella prossima udienza davanti alla Corte d'Assise fissata per il 24 febbraio saranno ascoltati altri testi del pm, fra cui i due figli dell'assassino: Alessandro e, appunto, Andrea, entrambi assistiti dall'avvocato Francesco Del Deo.

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