Cronaca

Le attiviste dell'associazione "Muro delle Bambole" al funerale di Giulia, ammazzata dal compagno guardiano giurato. Un'amica della ragazza uccisa: "Lei ci ha lasciato il suo sorriso..."
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GENOVA -"Ieri sera abbiamo messo una bambolina con il nome di Giulia sul muro delle Bambole di piazza de Ferrari, e oggi siamo qui, per dare un segnale forte contro il femminicidio".

A parlare è Patrizia Altobelli (foto in alto), dell'associazione "The Wall of Dolls", il muro delle Bambole che a Genova si trova in piazza de Ferrari, che ha voluto essere presente all'addio della prima vittima di un femminicidio nel 2023, Giulia Donato, una ragazza di 23 anni ammazzata nella sua casa di Pontedecimo con un colpo di pistola dal suo compagno, Andrea Incorvaia, una guardia giurata che poi si è tolto la vita.

"Le donne devono avere un supporto - aggiunge Altobelli - per denunciare e avere un aiuto, noi questo cerchiamo di darlo a 360 gradi a livello economico, legale e psicologico. Come prevenire le violenze sulle donne? Io ho un figlio maschio di 28 anni e ho cercato di tirarlo su nel rispetto degli altri e soprattutto delle donne, perchè gli uomini si sentono più forti fisicamente, ma devono capire che la donna è più fragile ma anche anche più forte, è un discorso complesso, ma l'educazione al rispetto delle donne deve partire dalle scuole e dalle famiglie".

Il funerale di Giulia si è svolto nella chiesa della parrocchia San Giacomo Maggiore di Pontedecimo, lo stesso quartiere dove mercoledì scorso è avvenuto il delitto. Presenti oltre ai familiari della vittima anche tanti amiche e abitanti del quartiere: "Questo femminicidio doveva essere evitato perché non si lascia una pistola a una persona che è in cura per problemi psichiatrici" dice alla fine della funzione Valeria Lai (foto in basso), amica di Giulia e della sua mamma.
 
In realtà i poliziotti della sezione omicidi della squadra mobile che indagano con il pm Francesca Rombolà per ora non hanno trovato conferme che l'assassino di Giulia fosse in cura da una psicologo né tantomeno che assumesse psicofarmaci. La verità si saprà nei prossimi giorni con l'esame dei cellulari della coppia e l'ascolto del medico di base di Incorvaia che potrà svelare la verità sulle patologie del guardiano notturno diventato assassino.

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