Cronaca

Quattro misure di custodia cautelare in carcere nei confronti di cittadini sudamericani sono infatti il frutto di una operazione lunga, iniziata a febbraio scorso, quando tra i territori della Spezia e Riccò del Golfo un escursionista aveva trovato un teschio
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LA SPEZIA - I carabinieri spezzini mettono un punto a quello che era stato un misterioso ritrovamento. Quattro misure di custodia cautelare in carcere nei confronti di cittadini sudamericani sono infatti il frutto di una operazione lunga, iniziata a febbraio scorso, quando tra i territori della Spezia e Riccò del Golfo un escursionista aveva trovato dei resti umani mentre camminava con i suoi cani sul sentiero in località Carpena di Marinasco. Un teschio e alcune ossa.

Qualche giorno dopo, un altro escursionista aveva scoperto degli ovuli di cocaina non lontano a dove era stato rinvenuto il corpo. Poi le ricerche delle forze dell'ordine che, dopo diversi ettari battuti, hanno ritrovato altre parti di quello che era, verosimilmente, il corpo di un uomo.

L'indagine portò a scoprire che il corriere era probabilmente morto a causa dello scoppio di uno degli ovuli di droga che aveva ingerito per passare gli eventuali controlli, come poi confermato dall'autopsia, in un affitacamere della Spezia.

Il cadavere del corriere presentava infatti chiari segni di intossicazione da stupefacenti, compatibili con la rottura di un ovulo, nonché tracce di un'operazione chirurgica artigianale, evidentemente effettuata post-mortem per mano del gruppo di sudamericani che lo aveva prima smembrato per recuperare il resto della cocaina che aveva in corpo e poi nascosto nel bosco.

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I quattro arrestati sono ritenuti responsabili di importazione, detenzione, spaccio di ingenti quantitativi di cocaina e occultamento del cadavere di un corriere, il cadavere rinvenuto a febbraio dell'anno scorso nel bosco. 

Le indagini sono continuate ma dal corpo risultava impossibile risalire all'identità e nessuno ne aveva denunciato la scomparsa: la svolta è arrivata dopo che si è scoperto di un giro di droga in cui era coinvolto un 37enne dominicano residente alla Spezia pregiudicato. 

Il trentasettenne - con la complicità di altri complici sudamericani - dopo aver organizzato l’importazione internazionale della droga, a causa dell’improvvisa morte del corriere all'interno di un affittacamere del centro cittadino, ne aveva abbandonato i resti nel bosco di Carpena: prima però lo aveva sottoposto ad un "intervento chirurgico" per recuperare lo stupefacente.

Il 37enne, regolarmente impiegato in una nota società di trasporti, si dedicava alla consegna di pacchi: così nascondeva un'altra attività di spaccio di cocaina 'al minuto', tra una consegna e l'altra. Questo in aggiunta al suo coinvolgimento nel traffico internazionale di droga.

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Le operazioni si stanno svolgendo tra le province della Spezia e di Massa Carrara. I provvedimenti di custodia cautelare sono stati emessi dall'autorità giudiziaria a seguito di un'attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica della Spezia e condotta congiuntamente dalla Squadra Mobile della Questura e dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri. Nell'operazione sono impiegate molte forze dell'ordine: oltre 60 tra poliziotti e carabinieri. 

Dopo giorni di appostamento e pedinamento, l'indagine ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza, oltre che sul conto del 37enne, anche nei confronti di altri due sudamericani (un ventisettenne e un ventinovenne) assieme ai quali, nel mese di dicembre 2021, l'uomo aveva organizzato l’importazione sul territorio nazionale di una partita di cocaina in ovuli del peso di oltre 1 chilo.

Nel corso delle perquisizioni eseguite nelle prime ore del mattino, sono stati rinvenuti e sequestrati i telefoni cellulari degli indagati, utili ai fini della ricostruzione dei fatti inerenti la vicenda del corriere deceduto. Nell'abitazione del cinquantenne dominicano, inoltre, sono stati trovati circa 60 grammi di cocaina, un bilancino di precisione e altro materiale atto al confezionamento di sostanze stupefacenti. La perquisizione a carico del colombiano residente a Carrara, invece, permetteva il sequestro di un bilancino di precisione, materiale atto al confezionamento di droga, nonché una scatola di proiettili calibro 22 detenuta illegalmente.

 

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