LA SPEZIA - Si infittisce il giallo dei resti umani ritrovati alle pendici del Monte Parodi, alle spalle della Spezia. Il bosco ha restituito negli ultimi giorni due piccoli ovuli contenenti pochi grammi di cocaina, e nuovi reperti ossei nella zona in cui, giovedì scorso, un escursionista con i suoi cani aveva portato alla luce un cranio, una colonna vertebrale ed un bacino.
A questo punto le indagini della Squadra Mobile, guidata dal commissario Lorenzo Mulas, si concentrano anche sul mondo dello spaccio della droga, mentre perde consistenza la pista di un incidente che avrebbe coinvolto una persona impegnata in una scampagnata nella natura. Inoltre, ad una settimana dal primo ritrovamento, il confronto operato dalla Polizia con la lista delle persone scomparse non ha suggerito alcun concreto collegamento.
Ritenuta significativa dagli inquirenti l'assenza di tracce di abiti e calzature, anche minime, come confermato dagli esami svolti dal medico legale nominato da Palazzo di Giustizia, la dottoressa Susanna Gamba. Oggi, presso l'obitorio della Spezia, sono state svolte alcune radiografie sulla salma, che risulta ancora incompleta, soprattutto nella zona del torace. Gli esiti confermano che il corpo apparterrebbe ad un individuo di sesso maschile, indicativamente sulla sessantina, come suggerito dalla verifica della densità ossea. Sarebbe rimasto nel bosco, esposto alle intemperie e all'azione degli animali selvatici, per alcune settimane. Nei prossimi giorni saranno svolti esami tossicologici sui tessuti ed ulteriori verifiche sul cranio. Le indagini sul posto non sono tuttavia terminate. E' stato richiesto l'intervento delle unità cinofile della Polizia scientifica per battere a fondo l'area boscosa.
IL COMMENTO
Un patto bipartisan per la sanità
Grazie dei consigli, caro Principe