Cronaca

La procura apre un'inchiesta: il Demanio, che dovrà spiegare come mai non è intervenuto prima, tira in ballo la cooperativa che costruì i due edifici. Dietro il civico 46 un muraglione costruito per difendere il cinema del quartiere che occupava il pianterreno
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GENOVA -La speranza di festeggiare il Capodanno nella propria casa è in un foro in parte già realizzato nella parete di un box.


Gli sfollati dei piani alti del civico 46 in via Posalunga evacuati alla vigilia di Natale potrebbero rientrare in tempi brevissimi nelle loro abitazioni passando da garage trasformato in ingresso: il portone del civico 46 non è infatti utilizzabile perchè situato sotto i grandi massi dello smottamento, impossibile ripristinarlo in tempi brevi.

E' la notizia più importante sulla frana di via Posalunga che ha costretto i vigili del fuoco e la protezione civile a evacuare il civico 46 e i piani bassi del 46A. Due palazzi privati costruiti negli anni 60 a ridosso di un costone da sempre fragile e incombente sulle case, come conferma la soletta di cemento costruita a difesa del palazzo, che a vederla mette l'angoscia addosso. A farla edificare era il proprietario di un cinema che occupava tutto il pianterreno, poi occupato da un maglificio, quindi dai garage.
Una frana, quella di Borgoratti, dunque, più annunciata, eppure nonostante i tanti cedimenti avvenuti negli anni precedenti nessuno ha si era preoccupato di mettere in sicurezza in modo adeguato il costone franato alla vigilia di Natale.

Fuori casa ci sono 46 abitanti, quasi tutti hanno trovato alloggio in casa di amici o familiari, tredici sono ospitati nel prestigioso Novotel di Sampierdarena. Per loro anche l'ansia di essere cacciati alla vigilia di Capodanno, un'ipotesi subito rientrata visto che l'ordinanza del comune, come assicura l'assessore alla Protezione Civile Gambino, garantisce un posto in albergo sino al 9 gennaio.

Poi toccherà mettere mano al portafoglio al Demanio, lo Stato, proprietario del costone franato, che ora rischia di finire sott'accusa: la procura infatti aprirà un'indagine per frana colposa a carico di ignoti.


Dalla direzione del demanio di Roma però fanno sapere di avere un contenzioso aperto nei confronti della cooperativa proprietaria dell'area dove furono costruiti i due palazzi. Insomma la frana avrà di certo anche strascichi legali.

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