GENOVA - C'è un pezzo di storia genovese nell'attentato che ha colpito, lo scorso 2 dicembre, l'automobile del Primo Consigliere dell'ambasciata italiana ad Atene, Susanna Schlein, sorella della deputata Pd Elly: la rivendicazione dell'azione criminale, infatti, contiene riferimenti che ci sono ben noti.
Il primo è la firma del gruppo anarchico che dice di aver piazzato la bomba, il 'Carlo Giuliani Revenge Group', letteralmente il gruppo per per la vendetta di Carlo Giuliani, il manifestante ucciso a Genova nel 2001 durante le manifestazioni per il G8.
Il secondo è invece nel motivo per cui il gruppo anarchico avrebbe attaccato l'auto della Schlein: gli attentatori, infatti, dicono di avere agito per protestare contro il regime carcerario del 41bis applicato a un anarchico, Alfredo Cospito, detenuto nel penitenziario di Sassari per avere gambizzato, a Genova nel 2012, l'ex amministratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi.
Le indagini erano state condotte dal magistrato Nicola Piacente, oggi di nuovo a Genova con l'incarico di Procuratore capo: nel 2013 durante il processo celebrato con rito abbreviato era arrivata la piena confessione di Cospito, condannato assieme al compagno Nicola Gai. Cospito dichiarò di "Non riconoscere questo ordinamento democratico" e fu condannato a 10 anni di reclusione.
Sul detenuto pende però un secondo capo d'imputazione: Cospito è infatti accusato dell'attentato, avvenuto nel 2006, alla scuola Carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo. Per quell'azione, che non provocò vittime né feriti, l'imputato rischia anche l'ergastolo mentre per la sua compagna Anna Beniamino Saluzzo, che avrebbe agito con lui, il pm ha chiesto 27 anni e un mese.
Cospito per opporsi al durissimo regime carcerario al quale è sottoposto sta attuando, da oltre un mese, lo sciopero della fame: ha già perso oltre 20 kg; il suo legale difensore, Flavio Rossi Albertini, sostiene che Cospito sia l'unico anarchico sottoposto al 41bis e considera questa condizione una deroga non prevista dall'ordinario regime carcerario. Per Cospito è stata fatta richiesta di revisione della sua condizione detentiva al Tribunale di sorveglianza di Roma, competente per materia, ma al momento non è ancora arrivata una risposta.
Ora la vicenda torna sulle pagine dei giornali a causa dell'attentato, e conseguente rivendicazione, alla diplomatica italiana ad Atene.
IL COMMENTO
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