Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade, imputato nel processo per il crollo di ponte Morandi con le gravissime accuse di omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, attentato alla sicurezza dei trasporti, crollo doloso, ha deciso di tirare per la giacca i grandi nomi che lo hanno circondato nei suoi anni da deus ex machina del gruppo: i suoi legali hanno infatti chiamato a testimoniare al processo Gianni Mion, ex Ad di Edizione, plenipotenziario dei Benetton e Fabio Cerchiai, ex presidente di Atlantia (la società proprietaria di Aspi).
Mion, in particolare, è già stato interrogato dal pubblico ministero Massimo Terrile (LEGGI QUI) e ha ammesso che Autostrade già dal 2010 era a conoscenza delle gravi problematiche che affliggevano il ponte Morandi.
Tra gli altri nomi convocati dai legali Guido Carlo Alleva e Giovanni Paolo Accinni, ci sono l’ex presidente di Spea, la società che si occupava delle manutenzioni di Autostrade, Paolo Costa (già ex ministro dei lavori pubblici) e gli ex ministri Di Pietro, Delrio, Lupi e Patuanelli.
Una sfilata di 42 nomi che Castellucci, evidentemente, spera possa contribuire ad alleggerire la sua posizione. Dal crollo del ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto del 2018 portando alla morte 43 persone, la figura di Castellucci è stata tratteggiata come quella del costruttore di un vero e proprio sistema volto a massimizzare i profitti, a scapito delle manutenzioni e della sicurezza: la stessa famiglia Benetton ha sovente scaricato sul management le proprie responsabilità di azionista di riferimento. Non è quindi escluso che Castellucci punti ai testimoni, in particolare a Mion, per provare a ridisegnare questo quadro.
IL COMMENTO
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