Cronaca

Viaggio sul Monte Moro, la casa dei raver nostrani ricavata in un hostaria abbandonata, dove discariche abusive e degrado sono di casa anche senza i rari party da sballo
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GENOVA -Fra le colline di Apparizione e le sporadiche case nel verde che da via Lanfranco arrivano sul piazzale del Monte Moro i pochi abitanti che s'incontrano, perlopiù pensionati, sono tutti d'accordo con la messa al bando dei rave, che pure lassù sono sempre più eventi rari.

I coniugi Capurro, due pensionati, che vivono nella zona sono chiari: "Noi siamo contenti perché quando ci sono quelle feste qui è tutto un via vai di auto e moto, e pure di taxi dei giovani che poi quasi sempre lasciano la zona piena di spazzatura".

L'ultimo rave al Moro è stato tentato nell'agosto scorso, a fare da guastafeste la polizia postale che ha intercettato i messaggi sui social e così quando i giovani dello sballo tecno sono arrivati lassù hanno trovato l'area blindata da polizia di stato, carabinieri e polizia municipale. Festa rovinata e qualche denuncia di spaccio. Sequestrato l'impianto stereo che evidentemente si poteva già fare senza bisogno di nuove normative.

Nei mesi scorsi altri rave a Genova e dintorni sono stati organizzati nel parco del Peralto, dalle parti di Pietranera di Rovegno, nell'entroterra, e pure sul Fasce, più in sù del Moro, a due passi dalle antenne. In qualche caso sono stati identificati e denunciati alcuni partecipanti.

La vecchia hostaria del Monte Moro ricavata nel comando della Terza Legione di Artiglieria contraerea “La Dominante" rimane però il punto di riferimento principale per i raver a Genova, un'area che il Comune sogna di trasformare in un complesso turistico con moderno albergo affacciato sul mare. Sogni, appunto. Per ora l'unico che ci ha rimesso è un abitante che viveva lì con la famiglia da quando era bambino, e sfrattato in vista della riqualificazione.


Un progetto accolto con scetticismo dagli abitanti che fanno notare la difficoltà di attirare imprenditori in un luogo così decentrato e dove anche solo installare un impianto anticendio sembra un'impresa, nonostante i continui roghi dolosi, quelli sì una maledizione più dei rave.
Una suggestiva area nel verde con panorama mozzafiato, il Moro, meta di runner, escursionisti e biker e punteggiato e abbrutito da una selva di discariche abusive, spazzatura e detriti. Nel piazzale dove finisce la strada troneggia uno scooter nuovo rubato, usato e gettato fra i pini affacciati sul mare.
I raver stavolta non c'entrano anche se il pensionato di via Lanfranco con loro è spietato: "Credo siano tanto sballati che la musica neanche riescano ad ascoltarla".

Curiosa la testimonianza lontana dai microfoni di un poliziotto chiamato in servizio in uno degli ultimi rave sul Moro: "Siamo stati tutta la notte a presidiare e blindare la zona, molti ragazzi sembravano zombi e all'alba non si reggevano in piedi, alla fine però, quando abbiamo imposto lo stop alla festa, ci hanno sorpreso ripulendo tutta l'area", dice stupefatto, la conferma che anche sui brutti, sporchi e cattivi raver spesso l'apparenza può ingannare.

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